ROMA, 10 OTTOBRE – In un inedito episodio avvenuto nel quadro della guerra in atto in Medio Oriente, Israele ha preso di mira e colpito il quartier generale di UNIFIL a Naqoura e due basi italiane. Lo ha detto all’ANSA Andrea Tenenti, portavoce della missione Onu di cui fanno parte un migliaio di italiani. Dura la protesta del governo italiano. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ipotizzato “un crimine di guerra” negli “atti ostili compiuti e reiterati delle forze israeliane” che costituiscono “gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale, non giustificate da alcuna ragione militare”.
Preso di mira l’ingresso del bunker degli italiani
Fonti dell’intelligence militare libanese a loro volta hanno dichiarato che Israele ha aperto il fuoco contro la base UNP 1-31 sulla collina di Labbune, nell’area di responsabilità del contingente italiano. Secondo le fonti locali, dopo che un drone israeliano ha ripetutamente sorvolato la base, l’IDF preso di mira l’ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani. Nell’attacco, affermano le fonti, sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura. Secondo le fonti, l’attacco avrebbe avuto l’obiettivo di “costringere UNIFIL a ritirarsi” per non avere “testimoni scomodi” in vista di “pianificazioni future” dell’esercito di Israele in Libano. Sempre secondo quanto si e’ appreso, la situazione starebbe ora tornando alla normalità e il comandante di UNIFIL, il generale spagnolo Arnoldo Lazaro, avrebbe già contattato gli israeliani per esprimere la condanna all’attacco e protestare ufficialmente.
Nell’attacco, hanno aggiunto le fonti, ci sono almeno due feriti tra i caschi blu. Secondo le fonti militari libanesi, si tratta di due caschi blu di nazionalità indonesiana, rimasti feriti nella base di Naqura dopo che un carro armato israeliano ha sparato contro una torretta di osservazione della base. La torre è stata centrata e i due militari Onu sono precipitati a terra. Le loro condizioni non sono gravi, riferiscono fonti mediche locali. Alcune telecamere che si trovano negli avamposti italiani di due basi di Unifil sono state distrutte da colpi di armi portatili.
Palazzo Chigi, formale protesta con Israele
Dopo l’attacco la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con il Comandante del Settore Ovest della missione UNIFIL, Generale Messina, dal quale ha ricevuto un aggiornamento sulla missione e sulla situazione del contingente impegnato in Libano. Il Governo italiano ha formalmente protestato con le Autorità israeliane e ha ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente UNIFIL non è ammissibile. Anche per questo, il Governo, attraverso il Ministro della Difesa, ha convocato l’Ambasciatore d’Israele in Italia. “Non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate. Ho detto all’ambasciatore di riferire al governo israeliano che le Nazioni Unite e l’Italia non possono prendere ordini dal governo israeliano”, ha detto Crosetto, in conferenza stampa a Palazzo Chigi”. Anche la Francia ha chiesto a Israele “spiegazioni” dopo l’attacco.
Meloni – che segue in maniera attenta gli sviluppi, in costante contatto con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con Crosetto – ha espresso la forte vicinanza, sua personale e del Governo, ai militari attualmente impegnati in Libano nell’ambito della missione ONU e di quella bilaterale MIBIL. La premier ha ricordato che gli italiani continuano a prestare un’opera preziosa per la stabilizzazione dell’area, in aderenza al mandato delle Nazioni Unite. Il Governo, nel confermare il ruolo fondamentale di UNIFIL nel sud del Libano, continua a lavorare per la cessazione delle ostilità e alla de escalation della regione. (@OnuItalia)