NEW YORK, 7 LUGLIO – La pandemia di Covid ha pesantemente influito sul percorso che porta all’attuazione dell‘Agenda 2030 intervenendo su quasi tutti gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite. Il Sustainable Development Goals Report 2021, lanciato martedì presso la sede dell’Onu a New York, mostra gli effetti che la pandemia di COVID-19 ha avuto sull’Agenda 2030. Un tributo di vittime, di posti di lavoro, di non attuazione delle previste misure per l’ambiente, di istruzione negata, di diritti lesi, sanità sospesa. Un panorama davvero preoccupante, secondo i dati diffusi dal Palazzo di Vetro.
Oltre ai quasi quattro milioni di morti dovuti al coronavirus, tra i 119 e i 124 milioni di persone sono state respinte nella povertà e nella fame cronica e l’equivalente di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno è stato perso, indica il rapporto. “La pandemia ha fermato o invertito, anni, o addirittura decenni, di progressi nello sviluppo. La povertà estrema globale è aumentata per la prima volta dal 1998“, ha dichiarato il sottosegretario generale delle Nazioni Unite Liu Zhenmin. Inoltre, le interruzioni dei servizi sanitari essenziali hanno minacciato anni di progressi nel miglioramento della salute materna e infantile, nell’aumento della copertura dell’immunizzazione e nella riduzione delle malattie trasmissibili e non trasmissibili. Circa il 90% dei paesi segnala ancora una o più interruzioni significative dei servizi sanitari essenziali.
DISUGUAGLIANZE
La relazione indica inoltre che la pandemia ha messo in luce e intensificato le disuguaglianze all’interno e tra i paesi. Un esempio per tutti: al 17 giugno, circa 68 dosi di vaccino sono stati somministrati per ogni 100 persone in Europa e Nord America – rispetto a meno di due nell’Africa sub-sahariana.
Milioni di bambini rischiano di non tornare mai più a scuola; mentre un numero crescente di persone è stato costretto a matrimoni precoci e al lavoro minorile. Con miliardi di dollari legati al turismo persi durante della pandemia. Il crollo del turismo internazionale ha avuto un impatto sproporzionato sui piccoli Stati innsulari in via di sviluppo. “I più poveri e vulnerabili continuano ad essere più a rischio di essere infettati dal virus e hanno sopportato il peso delle ricadute economiche“, ha sottolineato Liu. Mentre è in corso una ripresa economica, guidata da Cina e Stati Uniti, in molti altri paesi la crescita economica non dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemia prima del 2022 o del 2023.
CLIMA
Il rapporto conferma inoltre quanto avevano anticipato e agenzie dell’Onu come l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) lanciando l’allarme sui cambiamenti climatici. Le concentrazioni dei principali gas serra hanno continuato ad aumentare, mentre la temperatura media globale era di circa 1,2°C al di sopra dei livelli preindustriali, pericolosamente vicina alla soglia di 1,5°C, stabilita nell’Accordo di Parigi, recita il rapporto. L’Onu è drastico: il mondo non è stato all’altezza degli obiettivi del 2020 per fermare la perdita di biodiversità e l’inversione dei 10 milioni di ettari di foresta persi ogni anno, tra il 2015-2020.
“Siamo in un momento critico della storia umana. Le decisioni e le azioni che prendiamo oggi avranno conseguenze epocali per le generazioni future. Le lezioni apprese dalla pandemia ci aiuteranno ad affrontare le sfide attuali e future”, ha esortato Liu.