Il 2025 si è aperto con la chiusura netta della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a una revisione delle norme sul tema, fissate nella legge 91 del 1992, insieme alla promessa però di intervenire sui tempi d’attesa per chi inizia l’iter legale. L’attesa adesso è per il pronunciamento della Corte Costituzionale sull’ammissibilità del referendum abrogativo, che si propone di dimezzare il requisito della permanenza nel nostro Paese da 10 a 5 anni (la Consulta dovrà decidere anche sui quesiti relativi all’autonomia differenziata e al Jobs act). L’appuntamento è fissato per lunedì 20 gennaio e i promotori dell’iniziativa, tra cui diverse sigle del mondo giovanile straniero, non nascondono di vedere in un eventuale via libera dei giudici (tutt’altro che scontato) la soluzione per tornare a parlare di una riforma e per aprire un dibattito che finora è mancato nel Paese, scrive Avvenire.
L’approfondito contributo di Link 2007 si propone di offrire dati precisi e strumenti di analisi sviluppati da Nino Sergi e utili per affrontare la complessa questione della cittadinanza delle nuove generazioni con background migratorio. Link 2007 ritiene che tale tema meriti un approccio innovativo e condiviso, capace di superare le logiche ideologiche del passato e favorire una riflessione politica e sociale di ampio respiro su una questione che tocca il futuro di tanti giovani e del Paese stesso.
Anche sul piano economico e sociale, il tema della cittadinanza è cruciale. I lavoratori stranieri rappresentano il 10,1% della forza lavoro e contribuiscono per quasi il 9% al PIL italiano. Tuttavia, il senso di esclusione e il limbo identitario (che mortificano minori e adulti) rischiano di spingere anche molti giovani con background migratorio, formati in Italia, a cercare opportunità all’estero, privando il Paese di talenti e competenze preziose.
Riconoscere la cittadinanza ai giovani con background migratorio, secondo Link 2007, non è solo una questione di giustizia, ma rappresenta un investimento strategico per il futuro del Paese. Come affermato dal Presidente Mattarella, il contributo di queste generazioni arricchisce la comunità nazionale e rafforza la coesione sociale.
Su questa materia i decisori politici possono, senza nemmeno troppe difficoltà, superare le divisioni ideologiche e riconoscere il ruolo di queste nuove generazioni per costruire una società più inclusiva e pronta ad affrontare le sfide future.
“Il documento NÉ STRANIERI NÉ ITALIANI. CITTADINI SOSPESI – come sottolinea Roberto Ridolfi, presidente di LINK 2007 – intende offrire dati, analisi e approfondimenti, ben oltre quanto qui brevemente sintetizzato, per promuovere un dialogo che favorisca punti di incontro e soluzioni condivise su una materia che non può essere affrontata con semplici Sì e No ma deve conquistare la massima condivisione possibile, nella politica e nella società”. (@OnuItalia)