NEW YORK, 2 MARZO – L’Onu compatto isola Mosca sulla scena globale: 141 voti a favore, cinque contro tra cui Russia e Biellorussia e 35 astenuti.
Al termine di una rara sessione speciale di emergenza e dopo una maratona di oltre 120 interventi, l’Assemblea Generale dell’Onu ha adottato oggi a stragrande maggioranza una risoluzione contro l’aggressione dell’Ucraina che infligge una pesante sconfitta morale e diplomatica alla scelta dell’invasione.
Il testo, alla cui redazione ha contribuito l’Italia, ricalca quello su cui Mosca aveva posto il veto la settimana scorsa in Consiglio di Sicurezza, moderato però nel linguaggio per ottenere il più ampio consenso possibile.
Uno scrociante applauso ha salutato l’esito del voto. “Costruiamo oggi un mondo più giusto e umano”, ha postato su Instagram la missione italiana, mentre l’ambasciatore Maurizio Massari ha parlato di “un atto politico di estrema importanza” in virtu’ del vasto numero dei paesi che hanno votato per l’isolamento di Mosca. Le risoluzioni dell’Assemblea generale non sono vincolati ma hanno forte peso morale.
Per il ministro degli Esteri Luigi di Maio, “fiero che l’Italia abbia promosso il voto in Assemblea”, il messaggio che esce dalla risoluzione è “inequivocabile nell’esprimere pieno sostegno al popolo ucraino e condanna senza appello della guerra scatenata dal governo russo”. 96 paesi hanno co-sponsorizzato il documento, alcuni come la Cambogia che si sono aggiunti pochi istanti prima del voto.
Washington e gli alleati occidentali puntavano a superare i 100 ‘si’ ottenuti in Assemblea Generale nella risoluzione del 2014 dopo l’annessione della Crimea: il risultato di oggi e’ stato ben superiore alle aspettative. Nel testo adottato non si “condanna” più l’invasione, come inizialmente previsto, ma si “deplora con la massima fermezza l’aggressione della Russia contro l’Ucraina”.
Si chiede poi che Mosca “cessi immediatamente l’uso della forza contro l’Ucraina e si astenga da ogni ulteriore minaccia illegale o uso della forza contro qualsiasi Stato membro”, e che “ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari dal territorio ucraino entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti”. Si chiarisce poi che le Nazioni Unite stanno “condannando” la decisione di Putin di mettere in allerta le sue forze nucleari.
Nel corso del dibattito, l’Occidente e l’Onu avevano accusato il Cremlino di violare l’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite che intima ai suoi membri di astenersi dalla minaccia e dal ricorso alla forza per risolvere una crisi, mentre la Russia aveva affermato di esercitare il suo diritto all’autodifesa, previsto dall’articolo 51.
Gli interventi hanno mostrato una maggioranza schiacciante contro l’azione di Mosca, e alla fine i no si sono letteralmente contati sulle dita della mano: oltre a Russia e Bielorussia, si sono espressi contro la risoluzione Corea del Nord, Eritrea e Siria.
I riflettori erano puntati sulla Cina, stretta alleata di Mosca, e sui Paesi del Golfo: le monarchie del petrolio, usualmente alleate degli Stati Uniti, negli ultimi giorni erano rimaste neutrali o avevano moderato le critiche di Mosca, in un segnale rivelatore della crescente influenza russa nella regione, ma alla fine sono salite a bordo.
Pechino e’ tornata a astenersi, cosi’ come India e Pakistan, ma il Brasile di Jair Bolsonaro si e’ unito alla maggioranza mentre il Venezuela non ha partecipato al voto assieme a Turkmenistan e Uzbekistan. Altri “stan” – Kazakhstan, Tajikistan, Kyrgizstan – e l’ex repubblica sovietica di Armenia, si sono invece astenuti cosi’ come Cuba e Mongolia, mentre la Georgia ha votato a favore.
Sulla linea della Cina anche numerosi africani: Angola e Mozambico, Burundi, Repubblica Centrafricana, Congo, Guinea Equatoriale, Tanzania, Uganda, Zimbabwe, Namibia, Mali, Madagascar, Senegal, Sudan, Sud Sudan, Sudafrica. A nord del Sahara si è astenuta l’Algeria, in Medioriente Iran e Iraq, in America Latina, Salvador e Nicaragua e Bolivia. Tornando in Asia, Mongolia, Bangladesh e Sri Lanka, Laos e
Vietnam. (@OnuItalia)