ROMA, 16 NOVEMBRE – Giulia parla all’Onu: ”Un’emozione unica”. E’ il titolo dell’intervista che Sofia Nardi del Resto del Carlino, ha dedicato a Giulia Bonetti, 28 anni, una delle giovani voci che sono intervenute alla COP 26, appena conclusasi a Glasgow. Pubblichiamo ampi stralci in cui ha illustrato l’attività del suo gruppo.
”Non solo l’attivista 25enne dei Fridays For Future Giacomo Zattini, che ha avuto accesso alla Green zone grazie a un pass dell’Onu: alla Cop26 era presente un’altra giovane forlivese. Giulia Bonetti, 28 anni, contract manager per lo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts di Bonn, nel contesto del progetto Copernicus che si occupa di allocare i fondi pubblici per la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. A portarla a parlare alla Conferenza delle Nazioni Unite, però, non è stato il suo lavoro, ma l’attività di volontariato, sempre a tema ambientale: Giulia, infatti, è caporedattrice presso Uvs (Universal Versatile Society), un’organizzazione concentrata sull’informazione nel campo del cambiamento climatico.
Giulia Bonetti, quando ha tenuto il suo discorso?
“Giovedì scorso, nel contesto della conferenza ‘Semplici passi per creare consapevolezza per i cambiamenti climatici e l’ambiente’. Insieme al mio team ho parlato della nostra attività di volontariato, chiudendo così gli eventi collaterali della Cop26“.
Cosa si prova a parlare all’evento sul cambiamento climatico più importante del mondo?
“Un’emozione unica. Anche mentre ero sul palco e ascoltavo parlare gli altri volontari facevo tantissime riflessioni sull’importanza di questo momento storico e su quanto questa Cop sia stata completamente diversa dalle precedenti”.
Qual è l’elemento di rottura rispetto al passato?
“Questa volta è stata fatta una valutazione sui progressi fatti finora e c’è stata una forte presa di coscienza perché evidentemente non sono stati abbastanza. Come sempre poi si è discussa la strategia futura, ma adesso che il cambiamento climatico ha avuto effetti devastanti in tutti gli angoli del mondo gli stati membri sono disposti a investire soldi e risorse mai viste prima. Anche l’attenzione del grande pubblico a questi problemi è drasticamente aumentata, quindi avere avuto la possibilità di prendere la parola è stato davvero un onore immenso”.
Lei si occupa di cambiamento climatico sia in ambito lavorativo che volontario ed è per questo secondo tipo di attività che ha partecipato alla Cop26. In cosa consiste la sua attività volontaria?
“Facciamo comunicazione su tutto ciò che riguarda il cambiamento climatico, anche le cose che impattano la sfera sociale o politica. Questo mi consente di rendere più completa la mia visione sul tema e non avere solo un approccio tecnico ma veramente di esplorare le conseguenze del cambiamento climatico a tutto tondo”.
Su quali argomenti verteva il suo intervento?
“Ho parlato proprio della comunicazione al grande pubblico. In particolare mi sono concentrata su come, secondo me e il mio team, un approccio minimalista nella narrazione del cambiamento climatico sia la scelta più costruttiva”.