GLASGOW, 5 NOVEMBRE – L’educazione allo sviluppo sostenibile deve essere spina dorsale di ogni percorso di studio: “I miei studenti mi dicono che hanno bisogno di più insegnamenti sul clima, sull’ambiente nelle nostre scuole. Io dico che non è abbastanza. Noi dobbiamo partire dall’idea che lavorare per il clima significa rigenerare le scuole. Questo è anche il nome del programma che abbiamo in Italia: RiGenerazione Scuola. Scuole più aperte, più inclusive, più capaci di portare le persone ad avere più strumenti per capire la complessità del mondo e di lavorare per il bene comune”. Lo ha detto oggi il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi alla Cop26 di Glasgow, intervenendo nella giornata dedicata ai giovani.
“Quando parliamo di educazione e clima – ha proseguito
Bianchi – non e’ sufficiente introdurre un’ora di educazione di clima. Noi dobbiamo trasformare le nostre scuole e considerare che abbiamo questa straordinaria opportunità a partire dalla crisi climatica, dalla crisi ambientale, per costruire un nuovo mondo. E questo parte dalle nostre scuole”.
Piu’ in generale i sistemi educativi nel mondo non affrontano la gravità della crisi climatica, ha avvertito l’UNESCO, la principale agenzia dell’ONU per l’istruzione, in vista della prima riunione congiunta dei ministri dell’ambiente e dell’istruzione oggi alla COP26 di Glasgow.
Nuovi dati dell’UNESCO provenienti da 100 paesi mostrano che solo il 53% dei piani di studi nazionali del mondo fanno riferimento al cambiamento climatico e quando l’argomento viene menzionato, gli viene data quasi sempre una priorità molto bassa. Inoltre, meno del 40% degli insegnanti intervistati dall’UNESCO e da Education International sono sicuri di insegnare la gravità del cambiamento climatico e solo un terzo si sente in grado di spiegare gli effetti del cambiamento climatico sulla loro regione o località. (@OnuItalia)