NAPOLI, 30 APRILE – Al giro di boa degli 80 anni, l’Onu attraversa un momento complicato. “Lo è per le Nazioni Unite e per tutto il sistema multilaterale, ma credo sia assolutamente nostro interesse, interesse dell’Italia e dell’Europa sostenerle e difenderle perché noi abbiamo bisogno di un mondo che sia fondato sulle regole, sui principi della cooperazione multilaterale e le Nazioni Unite sono questa piattaforma importante, globale che assicura queste regole e questi principi”. Questo il messaggio che l’Ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente d’Italia alle Nazioni Unite, ha portato a Napoli dove oggi ha tenuto una lectio magistralis all’Università Federico II in occasione dell’iniziativa ’80 anni delle Nazioni Unite tra crisi e pace’.
Il 2025 segna anche il 70esimo anniversario dell’ingresso dell’Italia all’ONU. L’Ambasciatore ha evidenziato che “bisogna riconoscere che ci sono delle difficoltà, degli spazi di miglioramento anche dell’efficienza delle Nazioni Unite e, infatti, è in corso l’esercizio, lanciato per l’80esimo anniversario dal segretario generale Guterres, per razionalizzare la macchina e la burocrazia della Nazioni Unite per renderla più economica e più performante”. Massari ha inoltre sottolineato che “esistono delle sfide globali che richiedono soluzioni globali e che quindi hanno bisogno di queste istituzioni globali. Credo che sia interesse di tutti cercare di andare nella direzione della cooperazione perchè da soli i problemi globali non si possono risolvere. Sfide globali come la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico, le migrazioni, l’intelligenza artificiale richiedono la cooperazione tra tra Stati e queste cooperazioni si possono sviluppare attraverso le istituzioni multilaterali, come appunto le Nazioni Unite”.
Secondo Massari, la prima sfida con cui in assoluto le Nazioni Unite si devono confrontare è il “back to basics” cioè il ritorno al rispetto da parte di tutti gli Stati membri, e soprattutto delle grandi potenze, della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario che sono stati violati nei casi dell’invasione dell’Ucraina e a Gaza, dove l’emergenza umanitaria ha raggiunto livelli massimi, denunciati da tutte le agenzie dell’Onu”.
Numero record di conflitti
Citando Papa Francesco e la famosa frase della “terza guerra mondiale a pezzi”, l’Ambasciatore ha ricordato che oggi abbiamo il più alto numero di conflitti armati tra Stati dalla fine della seconda guerra mondiale: “Ce ne sono 56 che coinvolgono oltre 90 Paesi e nel solo 2024 hanno provocato 230 mila vittime”. Il momento di confronto si e’ realizzato anche attraverso le domande degli studenti. Rispondendo alla domanda di una ragazza su cosa può fare l’Onu nel conflitto israeliano-palestinese, Massari ha detto che “la priorità, in termini di un’azione concreta, credo sia quella umanitaria”, ma ha anche sottolineato come sia necessario trovare “soluzioni alternative” all’Unrwa, accusata da Israele di avere delle collusioni con Hamas.
Sul piano politico, invece, l’ambasciatore ha evidenziato come “le aspettative sono limitate. L’Europa è divisa, ogni volta rispetto alle risoluzioni sulla crisi a Gaza l’Europa si presenta in blocchi: uno filo palestinese, un nucleo di due-tre Paesi filo israeliani, e poi c’è un gruppo, in cui c’è anche l’Italia, che riconoscono il legittimo diritto di Israele all’esistenza e all’autodifesa e allo stesso tempo credono che la soluzione di fondo sia quella dei due Stati. Purtroppo, l’Unione europea non riuscendo ad esprimere una voce unica indebolisce il proprio peso”.
Nell’intervento a tutto campo Massari ha affrontato anche la sfida del peacekeeping: sono 11 le missioni nel mondo con un totale di poco più di 100mila truppe, di cui le più numerose in Africa, e i contributori di truppe sono soprattutto i Paesi del Sud globale. L’Italia, tra i Paesi occidentali, è in testa con circa mille uomini. (@OnuItalia)