ROMA, 28 MAGGIO – Gli aggiornamenti sulle scorte di cibo a Gaza sono sempre più preoccupanti: anche se il WFP lavora con le mense di comunità mentre le scorte diminuiscono e le panetterie chiudono a Rafah
Nonostante le restrizioni all’accesso, tra cui il boicottaggio degli ortodossi israeliani, l’agenzia dell’Onu sta continuando a lavorare per distribuire le rimanenti scorte a quante più persone possibile.
Le operazioni umanitarie nella Striscia di Gaza sono vicine al collasso. Ancora una volta, quasi la metà della popolazione di Rafah, 800mila persone, è in fuga alla ricerca di cibo e riparo nelle zone centrali della Striscia e a Khan Younis. L’escalation dell’attività militare nel sud e in alcune parti del nord, insieme a vari problemi ai valichi di frontiera, è – secondo il WFP – destinata a far ulteriormente peggiorare la catastrofe umanitaria e causare ancora più fame. Se cibo e forniture umanitarie non ricominciano ad entrare a Gaza in quantità massicce, inevitabilmente si diffonderanno fame e disperazione.
L’incursione a Rafah continua a causare sfollamenti di persone, per molte delle quali si tratta della settima volta. Si stanno spostando in aree sovraffollate prive di ripari adeguati, acqua o cibo. L’area militarizzata rappresenta un ostacolo per il WFP nell’accesso al suo magazzino principale.
La funzionalità limitata dei valichi di frontiera meridionali, arterie chiave per l’arrivo degli aiuti, significa che quasi nessun carburante o aiuto entra in nessuna parte di Gaza. Al momento non sono in corso distribuzioni di cibo nel sud di Gaza, ad eccezione di alcune scorte limitate che vengono consegnate alle cucine comunitarie per la prepazione di pasti caldi. Meno di 100 camion sono entrati nel sud di Gaza dal 6 maggio.
Incredibile è la situazione per il pane: tutte le panetterie di Rafah hanno chiuso. Tuttavia, il WFP è ancora in grado di sostenere sei panifici nel centro di Gaza, quattro a Gaza City e uno a Jabalia.
Nelle ultime due settimane abbiamo visto entrare a Gaza la quantità più bassa di beni umanitari da dicembre, rendendo il rischio di carestia molto reale.
È in corso la distribuzione limitata di pacchi alimentari e farina di grano nella parte centrale e settentrionale di Gaza.
A maggio, il WFP ha raggiunto quasi un milione di persone a Gaza avendo però ridotto le dimensioni delle razioni.
Quattro panifici sono aperti e operativi a Gaza City, fornendo pane essenziale nel nord. Dei 16 panifici che il WFP gestisce a Gaza, solo dieci sono operativi a causa della mancanza di carburante e di altri beni di prima necessità.
Dall’inizio di maggio, il WFP ha fornito circa 4,4 milioni di pasti caldi attraverso 71 cucine comunitarie in tutta Gaza, mentre i panifici hanno prodotto più di un milione di confezioni di focacce.
Il WFP mira a destinare quanto più cibo possibile alle cucine di comunità per garantire che le sue scorte in rapido esaurimento servano a quante più persone possibile.
Lavorando con i partner, il WFP spera che si aumenti il numero di cucine in aree come Khan Younis, dove migliaia di persone che hanno lasciato Rafah hanno cercato rifugio nonostante la desolazione e la distruzione.