ROMA, 4 APRILE – Nel 2022 le famiglie di tutti i continenti hanno sprecato oltre 1 miliardo di pasti al giorno, mentre 783 milioni di persone sono state colpite dalla fame e un terzo dell’umanità ha dovuto affrontare l’insicurezza alimentare.
Lo spreco di cibo continua a danneggiare l’economia globale e ad alimentare il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento.
Sono i risultati principali di un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) pubblicato per Giornata internazionale dello spreco zero.
Nel 2022 sono stati generati 1,05 miliardi di tonnellate di rifiuti alimentari (comprese le parti non commestibili), cioè 132 chilogrammi pro capite, quasi un quinto di tutto il cibo a disposizione dei consumatori.
Il 60% del totale degli alimenti sprecati nel 2022 è avvenuto a livello domestico, mentre i servizi di ristorazione sono responsabili del 28% e la vendita al dettaglio del 12%.
”Lo spreco alimentare è una tragedia globale. Oggi milioni di persone soffrono la fame perché il cibo viene sprecato in tutto il mondo – ha dichiarato Inger Andersen, Direttore esecutivo dell’UNEP – Non solo si tratta di un grave problema di sviluppo, ma l’impatto di questi sprechi inutili sta causando costi sostanziali al clima e alla natura. La buona notizia è che sappiamo che se i Paesi danno priorità a questo problema, possono invertire in modo significativo la perdita e lo spreco di cibo. In più, possono ridurre l’impatto sul clima e le perdite economiche e accelerare i progressi verso gli obiettivi globali”.
Secondo dati recenti, la perdita e lo spreco di cibo generano l’8-10% delle emissioni globali annue di gas serra (GHG). Questo significa – secondo l’ Onu – che sono quasi 5 volte quelle del settore dell’aviazione. Inoltre, tutto ciò provoca anche una significativa perdita di biodiversità, occupando l’equivalente di quasi un terzo della superficie agricola mondiale. Il tributo della perdita e dello spreco di cibo all’economia globale è stimato in circa 1.000 miliardi di dollari.