ROMA, 10 OTTOBRE – Dopo la risposta israeliana agli attacchi dal Sud del Libano, ai militari italiani della missione Onu Unifil è stato ordinato di mettersi al riparo nei bunker delle proprie basi a scopo precauzionale. Mentre l’assedio su Gaza si stringe come una morsa letale di missili e artiglieria e i tank sono pronti a scatenare l’inferno, Israele tiene sotto controllo l’altro fronte a rischio, quello del sud del Libano dove i militanti di Hezbollah sono in fibrillazione.
Finora i capi della milizia filo iraniana hanno dichiarato di non voler intervenire nel conflitto ma da ieri sera la tensione è salita e fra esercito israeliano ed Hezbollah si è accesa una battaglia. Quattro miliziani sciiti filo iraniani sono rimasti uccisi.
Secondo quanto riportano fonti locali, i guerriglieri hanno sparato diverse batterie di missili sul confine nord di Israele, che ha reagito con colpi di artiglieria e razzi esplosi dagli elicotteri d’assalto. I militanti libanesi di Hezbollah sostengono di aver colpito due caserme israeliane dopo che Israele ha ucciso tre dei suoi membri, si legge in un comunicato del gruppo sostenuto dall’Iran.
Tutto è accaduto in seguito al fatto che militanti palestinesi hanno tentato di infiltrarsi dal Libano, così come altri di Hamas hanno fato dal sud. “Gruppi della Resistenza Islamica, come prima risposta, hanno attaccato” due caserme israeliane “usando missili teleguidati e colpi di mortaio che li hanno colpiti direttamente”, ha spiegato Hezbollah.
La tensione è alta anche tra i mille uomini del contingente italiano che per ora però non sono sottoposti direttamente a rischi. il livello di allarme, comunque, è salito di un gradino. La procedura di riparo nei bunker è avvenuta su disposizione delle autorità militari del Comando di Unifil. I colp , infatti, sono caduti lontani dall’area di responsabilità italiana. Anche le truppe che in quel momento facevano pattugliamento sono riparate nella prima base utile.
La preoccupazione per lo scenario sul fronte meridionale del Libano è molto forte perché Hezbollah dopo la guerra del 2006 non ha fatto passi indietro. Allora disponeva di sistemi d’arma con 15mila razzi, mentre oggi ne ha pronti 150mila, tutti forniti dall’Iran. Sono nascosti nei bananeti, nei tunnel, in strutture protette. Un conflitto nell’area metterebbe però in serie difficoltà anche le truppe Unifil che per ora vedono i razzi passare alti sulle proprie teste. In ogni caso la forza di interposizione delle Nazioni Unite ha diffuso un appello chiedendo alle parti “di esercitare il massimo della moderazione per evitare un’ulteriore escalation e perdita di vite umane”. Nel comunicato l’Unifil rende noto che “peacekeeper hanno registrato esplosioni nei pressi di Al-Boustan nel sud ovest del Paese”, precisando che i comandanti sono in contatto con le parti coinvolte per scongiurare un’ escalation.