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lunedì, Dicembre 9, 2024

Tigray: CUAMM; Don Dante Carraro, “Ecco perche’ restiamo”

PADOVA, 26 AGOSTODopo due anni di un conflitto drammatico, il Tigray, regione nel nord dell’Etiopia, anche grazie alla mediazione dell’Italia nel processo di pace, sta ritrovando una fragile stabilità. Ora il desiderio più grande è quello di ripartire, di ricostruire e curare le ferite di uno scontro che ha colpito soprattutto le fasce più deboli e fragili della popolazione, le donne e i bambini.

Don Dante Carraro direttore del Cuamm, in visita in questi giorni a Shire, ha rinnovato l’impegno di Medici con l’Africa Cuamm di intervenire, in modo significativo, «per rispondere ai bisogni sanitari della popolazione, secondo due priorità principali: la ricostruzione delle strutture distrutte e depredate e l’investimento nel capitale umano, nella formazione del personale sanitario», ha affermato don Carraro, da Shire. Nel corso della missione, Carraro ha incontrato l’ambasciatore d’Italia in Etiopia, Agostino Palese, in ricognizione della situazione nella zona, in vista dell’avvio di progetti di cooperazione allo sviluppo a sostegno delle strutture sanitarie locali.

Tigray CUAMMShire è una città di 300.000 abitanti al nord dell’Etiopia, in Tigray, regione che negli ultimi 2 anni è stata destabilizzata da un’insicurezza che ha determinato devastazione e distruzione”, ha detto don Dante al termine della visita. Nell’ultimo anno, 1 bambino su 10 è stato vaccinato e il numero di mamme morte per il parto è raddoppiato. Attualmente funziona solo il 3% del sistema sanitario. “Conseguenza diretta di tutto questo odio e queste morti, è la fuga. Nella regione si calcola che ci siano milioni di sfollati interni che si spostano da un luogo all’altro per cercare un po’ di sicurezza e di pace. 500.000 sono gli sfollati solo nella città di Shire! Ma nonostante tutto, nonostante si vedano strutture distrutte o depredate, nonostante negli occhi delle persone si legga una profonda amarezza e tristezza per gli orrori vissuti, sono contento di essere qui, perché dentro la distruzione colgo anche tanta forza e voglia di ricostruire. Ecco il nostro compito: dare opportunità di crescita di studio, di formazione e di lavoro a questi giovani perché la fuga non sia l’unica alternativa, scappare non sia l’unico rifugio, l’unica scelta”. (@OnuItalia)

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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