NAPOLI, 17 GIUGNO – Con tre sessioni tecniche preparatorie dedicate alla cultura come fattore di pace e di sicurezza, alla cultura come elemento per la crescita sostenibile e la transizione verde e alla cultura in un mondo in transizione, ha preso il via ieri a Napoli, nelle grandi sale di Palazzo Reale, la prima Conferenza dei ministri della Cultura del Mediterraneo. Tecnici ed esperti delle delegazioni di 30 Paesi della regione insieme con i rappresentanti delle organizzazioni internazionali del settore hanno per obiettivo mettere a fuoco la diplomazia culturale in una regione strategica per gli equilibri globali, ma anche arrivare a strategie e azioni congiunte per tutelare e valorizzare la cultura, intesa come bene comune e lanciare ”l’Iniziativa di Napoli” per la collaborazione culturale nel Mediterraneo.
In tre panel dedicati si è parlato di tutela del patrimonio culturale dai danni generati da crisi internazionali e dai traffici illeciti ma anche di lotta al cambiamento climatico e del ruolo della cultura nello sviluppo sostenibile e nel raggiungimento degli obiettivi dell‘Agenda 2030 delle Nazioni Unite. E poi ancora della formazione di artisti e professionisti della cultura. Tra i risultati a cui si punta per la chiusura di oggi l’istituzione di nuovi programmi dell’Unione Europea dedicati al sostegno della cultura nel Mediterraneo sulla base degli obiettivi strategici della Nuova Agenda Europea per la Cultura e della Nuova Agenda per il Mediterraneo. Temi che confluiranno poi nella dichiarazione finale che verrà firmata al termine della Sessione Plenaria.
Tutela del patrimonio culturale e lotta ai traffici illeciti, ha ricordato ieri Franceschini inaugurando a Roma il nuovo Museo dell’arte salvata, ”Sono terreni sui quali l’Italia esercita da decenni un ruolo di leadership internazionale, ed è giusto che lo rivendichi”. In un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica, Franceschini – che a Parigi ha incassato un apprezzamento per l’esclusiva collaborazione tra il Museo di Capodimonte e il Louvre che porterà Napoli a Parigi nel 2023 – ha voluto ricordare l’impegno dell’Italia per la fine della guerra in Ucraina e nel sostenere le autorità ucraine nella tutela del patrimonio, offrendo la propria consulenza per la candidatura di Odessa a sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e per la ricostruzione del Teatro di Mariupol, distrutto dai bombardamenti.
Nell’ottica della costruzione di un confronto e di un dialogo tra le diverse culture che si affacciano sul Mediterraneo, Franceschini ha evidenziato l’importanza del patrimonio museale che, in quanto proveniente dalla medesima civiltà romano-ellenistica, riveste un ruolo di aggregazione e identificazione per i paesi medio- orientali, nord africani ed europei. A tale proposito Franceschini ha citato il Museo Egizio di Torino come un modello di dialogo interculturale intelligente, in quanto utilizza le opere custodite per rapportare la città alle comunità egiziane presenti sul territorio.
Per promuovere tra i cittadini la pace, Franceschini ha fatto sue le parole che Umberto Eco rivolse agli 83 ministri della Cultura riuniti all’Expo per sottoscrivere la Dichiarazione di Milano per la tutela del patrimonio culturale mondiale nelle aree di crisi: ”La diffusione della cultura e della conoscenza reciproca dei patrimoni culturali può costituire uno degli elementi di salvezza per un mondo sempre più globalizzato. La cultura è fondamentale per la comprensione reciproca in un mondo in cui le diverse culture vivono in continuo contatto”.