NEW YORK, 9 NOVEMBRE – Il sistema delle Nazioni Unite, a causa delle significative restrizioni agli spostamento e al gran numero di personale che nel 2020 ha lavorato da casa, ha generato circa il 25% in meno di emissioni di gas serra rispetto all’anno precedente: è uno dei punti chiave emersi dal Greening the Blue Report 2021, il primo studio a rivelare l’impatto che COVID-19 ha avuto sull’impronta ambientale del sistema Onu, che si rivela così abbastanza virtuoso.
Commentando il rapporto, il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha ricordato che il mondo deve ancora affrontare una triplice emergenza – una crisi climatica, una crisi dell’ambiente naurale, una crisi auata dall’inquinamento – che richiede “un’azione urgente e determinata da parte di tutti, ovunque”. “Le Nazioni Unite sono impegnate a dare l’esempio nel ridurre la nostra impronta di carbonio e ambientale in tutte le nostre azioni in tutto il mondo. Insieme, dobbiamo costruire un mondo sostenibile, a zero emissioni e resiliente per tutti”, ha aggiunto Guterres.
Meno sprechi ed emissioni
Il rapporto si concentra sull’impatto ambientale complessivo di oltre 315.000 dipendenti nella sede centrale, negli uffici sul campo e nelle operazioni sul campo, in tutto il mondo. Sono inclusi i dati di 56 entità del sistema delle Nazioni Unite.
Nel 2020, il sistema ha prodotto circa 1,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente, nota come CO2eq, un’unità basata sul potenziale di riscaldamento globale di diversi gas serra. Le emissioni pro capite erano di circa 5 tonnellate di CO2eq.
Gli edifici sono stati il principale fattore di emissioni, rappresentando il 55% del totale, seguiti dai viaggi aerei, al 32% e al 12% da altre forme di spostamenti.
Delle emissioni dichiarate, il 99% è stato compensato, cioè abbattendo le emissioni finanziando un equivalente risparmio di anidride carbonica altrove.
Tendenze
Il rapporto include anche, per la prima volta, le linee di tendenza delle emissioni, tra il 2016 e il 2020. Nel complesso, una riduzione si stava già verificando in tutto il sistema delle Nazioni Unite, prima dei cambiamenti avvenuti a causa della pandemia.
In termini di rifiuti, la media generata nel 2020 è stata di 396 kg a persona, compresi i dipendenti delle missioni di mantenimento della pace e delle politiche speciali, dove il personale è di stanza a tempo pieno. Questi numeri rappresentano una riduzione di 61 kg a persona e 43 kg a persona, rispettivamente, dal 2019.
Per il 2020, il consumo medio di acqua è stato di 38 m3 per membro dello staff delle Nazioni Unite, all’anno, una riduzione di 11 m3 rispetto all’anno precedente.
L’impatto del COVID-19
Nel complesso, osserva il rapporto, c’era ancora una notevole quantità di lavoro che poteva essere consegnato solo di persona e richiedeva strutture e tecnologie fisiche.
Secondo la pubblicazione, la pandemia “ha evidenziato l’opportunità che il sistema delle Nazioni Unite ha di rivedere le sue modalità di lavoro e di spostamento e avvicinarsi agli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni che si è prefissato per il 2030″.