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lunedì, Ottobre 7, 2024

Fabrizio Nicoletti è il nuovo Ambasciatore d’Italia a Panama

ROMA, 9 NOVEMBRE – “Ogni nuovo incarico rappresenta una sfida da affrontare con entusiasmo, passione e competenza. È questo lo spirito con il quale intendo svolgere il mio servizio quale Ambasciatore d’Italia a Panama, orgoglioso di lavorare per la Repubblica Italiana”. Si apre così il mandato di Fabrizio Nicoletti, nuovo plenipotenziario nel paese centramericano, che succede al suo collega Massimo Ambrosetti, in carica dal luglio 2018.

Il Ministro plenipotenziario Nicoletti, 57 anni e di origini siciliane, comincia la sua carriera al Ministero degli Affari esteri nel 1989 alla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo. La prima missione all’estero arriva nel 1991 in Oman, dove rimane fino al 1995 quando è eletto Console a Friburgo. Nel 1999 torna alla Farnesina, Direzione Generale Affari economici prima e Paesi Mediterraneo e Medio Oriente poi. In seguito, una breve parentesi in Pakistan dal 2001 al 2003 in qualità di Console Generale, poi il ritorno al Ministero per incarichi relativi alla gestione del personale e del rapporto con i sindacati e di nuovo alla Cooperazione allo Sviluppo. Nel 2008 Madrid e successivamente nel 2011 arriva il primo incarico in qualità di capo-missione, Ambasciatore in Kuwait. Nel 2015 fa rientro in Italia e si dedica alla Promozione del Sistema Paese, dove è fino al 2021 Vice Direttore Generale, prima del trasferimento a Panama.

Il mandato dell’Ambasciatore Nicoletti sarà favorito dalle ottime relazioni bilaterali esistenti tra i due paesi. Storicamente, vi è sempre stata una forte presenza italiana sullo stretto, con attualmente 13.000 cittadini italiani residenti a Panama. L’alto tenore di vita dello Stato centramericano non prevede accordi di cooperazione allo sviluppo tra i due paesi, ma i rapporti commerciali sono favoriti dalla presenza di gruppi industriali italiani che hanno contribuito alla realizzazione e all’ammodernamento del Canale. Di particolare importanza sono gli accordi che si inseriscono nel quadro della promozione della cosiddetta “diplomazia giuridica” italiana, ovvero la cooperazione in materia giudiziaria con i paesi esteri nel contrasto ai crimini transnazionali, ed in particolare riguardo al riciclaggio, evasione fiscale, finanziamento al terrorismo internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti.

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