GINEVRA, 6 OTTOBRE – Il numero di sfollati forzati e rifugiati in tutto il mondo salirà a 100 milioni senza una maggiore cooperazione internazionale per affrontare le molteplici crisi che “scoppiano o peggiorano ogni giorno in tutto il mondo” ha avvertito l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi alla riunione annuale del Comitato Esecutivo dell’UNHCR a Ginevra. “Ognuno di noi può vedere che stiamo andando nella direzione sbagliata“, ha continuato “Tutti gli indicatori ci dicono di cooperare per prevenirlo. Eppure sembriamo incapaci – o riluttanti – a uscire dai sentieri che stiamo attualmente percorrendo”.
Grandi ha sottolineato come l’incapacità di distribuire equamente i vaccini per frenare la pandemia di COVID-19 abbia creato “un mondo diviso tra vaccinati ed esposti, con conseguenze disastrose per le persone che si trovano ai margini della società”, tra cui i rifugiati che sono stati i primi a perdere il lavoro mentre i tassi di povertà salivano alle stelle. Allo stesso tempo, decenni di inazione globale per affrontare l’emergenza climatica hanno avuto conseguenze drammatiche per i rifugiati, il 90% dei quali proviene dai paesi più vulnerabili al suo impatto.
Nel frattempo per l’UNHCR conflitti incontrollati e irrisolti in tutto il mondo hanno portato a un raddoppio nell’ultimo decennio del numero di sfollati forzati, che ha raggiunto il record di 82,4 milioni alla fine dello scorso anno. “Se queste tendenze non vengono invertite da solidi sforzi per la risoluzione dei conflitti, temo che la domanda non sarà ‘se’ raggiungeremo i 100 milioni di sfollati forzati; ma piuttosto ‘quando'”, ha detto alla sessione di apertura della 72a sessione del Comitato Esecutivo,che dura fino a venerdì. Grandi ha citato anche la difficile situazione di milioni di rifugiati afghani che sono stati sradicati per più di 40 anni e altri all’interno del paese che ora affrontano nuove incertezze. Ha sottolineato che l’assistenza umanitaria su larga scala e incondizionata deve essere mobilitata ora per prevenire un aggravamento della crisi e l’implosione dei servizi pubblici e dell’economia.
All’incontro ha partecipato anche il Rappresentante Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Ginevra, Gian Lorenzo Cornado, secondo il quale ”ad un anno e mezzo dallo scoppio della pandemia di COVID-19, il mondo sta ancora affrontando sfide eccezionali, mentre la Comunità Internazionale deve fare fronte a crisi umanitarie complesse, che hanno ulteriormente aggravato le fragilità di coloro che si trovano in situazioni di particolare vulnerabilità, fra cui i rifugiati, gli sfollati interni, i richiedenti asilo, gli apolidi e coloro che hanno diritto alla protezione
internazionale”. Cornado ha inoltre espresso la preoccupazione dell’Italia per il significativo aumento del numero totale di persone costrette a sfollamenti forzati nel mondo registrato lo scorso anno, ”una tendenza preoccupante determinata da situazioni di sfollamento prolungato, di conflitti internazionali e interni, dagli effetti socio-economici della pandemia, dalle violenze armate, dagli eventi meteorologici estremi e dai disastri naturali: un complesso di fattori che stanno costringendo intere comunità a fuggire, come dimostrato i recenti drammatici sviluppi in Afghanistan, Mozambico ed Etiopia”.
L’Ambasciatore Cornado ha sottolineato come ”di fronte a circostanze eccezionali, l’Italia ha risposto con mezzi senza precedenti per combattere la pandemia e per ridurne gli effetti socioeconomici sulle comunità colpite, in particolare sulle persone assistite dall’UNHCR, mobilitando maggiori risorse finanziarie per garantire una risposta emergenziale più tempestiva ed efficace”. Egli ha altresì ricordato come l’Italia, quale presidente di turno del G20, abbia dato un marcato impulso ”all’impegno congiunto dei suoi Stati membri per perseguire una ripresa post-pandemica forte, inclusiva e sostenibile”. Inoltre ha confermato la volontà dell’Italia di attuare gli impegni derivanti dal ‘Global Compact for Refugees’ così come quelli assunti durante il primo Forum Mondiale sui Rifugiati, approntando programmi di reinsediamento, e continuando ad offrire corridoi umanitari per il trasferimento in sicurezza in Italia di rifugiati particolarmente vulnerabili. Infine ha valorizzato l’impegno italiano nel sostenere i ‘percorsi complementari’ attraverso il “Progetto Corridoi Universitari per i Rifugiati” che consentono a studenti rifugiati provenienti dai paesi del Medio Oriente e dell’Africa la possibilità di completare, o avere accesso, alla formazione universitaria in Italia.