ROMA, 14 MAGGIO – Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia e le necessarie misure messe in atto dal ministero dell’educazione dell’Uganda per limitare il contagio nelle scuole, le attività della scuola primaria School of Peace della Comunità di Sant’Egidio nel campo profughi di Nyumanzi, nel Nord del paese, sono proseguite in questi mesi, almeno per parte degli alunni, con le outreach schools (realizzate con visite a domicilio e lezioni a piccoli gruppi all’aria aperta).
Ma da qualche settimana gli studenti stanno rientrando gradualmente dopo i lunghi mesi di lockdown. Per i 500 studenti delle classi già ammesse dal calendario scolastico alle lezioni in presenza – circa la metà degli iscritti – sono giorni di gioia e di impegno. Le lezioni si svolgono anche di pomeriggio per sfruttare di più lo spazio delle aule e rispettare le distanze di sicurezza. Nelle prossime settimane, con la riammissione di altre classi, le lezioni si svolgeranno anche nei week end.
In questa fase, dicono fonti della Comunità, è particolarmente importante sostenere anche una appropriata conoscenza delle misure per evitare il ripetersi del contagio. Per questo, grazie al progetto ‘Crescere insieme in Uganda: verso una cittadinanza attiva tra i giovani’ sostenuto dall’Otto per Mille della Chiesa cattolica Italiana, la Comunità sta distribuendo, oltre al materiale scolastico per riprendere gli studi, anche tutto il necessario per la sanificazione, mascherine e igienizzanti. Sono i primi passi di un progetto che la Comunità porta avanti anche in collaborazione con la diocesi di Arua. Nei prossimi due anni, oltre al sostegno scolastico e alimentare per i minori profughi, è prevista anche l’implementazione delle strutture della scuola con la costruzione di nuove aule.