MILANO, 16 OTTOBRE – Il Premio Nobel per la Pace attribuito al WFP per “i suoi sforzi per combattere la fame, per il suo contributo al miglioramento delle condizioni per la pace in aree colpite da conflitti e per il suo agire come forza trainante per evitare l’uso della fame come arma di guerra e di conflitto” e’ un riconoscimento importante anche per organizzazioni non governative come COOPI – Cooperazione Internazionale, partner dell’agenzia dell’Onu con sede a Roma in molti progetti, in particolare nella Repubblica Centrafricana.
“La partnership tra COOPI e WFP è iniziata nel 1997 con un’azione a favore degli sfollati interni di Bangui, fuggiti nel sud-ovest a causa dei conflitti tra soldati lealisti e forze ammutinate”, spiega Claudio Tarchi, Area Manager di COOPI in RCA in un comunicato della Ong: “Dal 2001, COOPI, in collaborazione con il WFP, ha avviato attività per la gestione del sito di rifugiati congolesi a Lobaye e nel 2006, nell’ambito dell’Operazione Zougoulou, ha lavorato anche a Markounda e Ouham-Pendé. Dal 2013 in poi, la collaborazione non si è mai interrotta, neppure nei momenti più difficili della crisi umanitaria – ancora in corso nel Paese. Grazie a questa collaborazione, COOPI ha potuto lavorare in diversi siti per sfollati, tra cui il sito costruito all’aeroporto di Bangui con 100.000 sfollati, e ha potuto ampliare le sue attività anche nei siti di Bambari, Bria, Zemio, Obo, Alindao, Birao e Bangassou”.
Nel 2020, COOPI è il principale braccio operativo del WFP nella Repubblica Centrafricana. Ogni giorno, COOPI concentra i suoi sforzi e si impegna a migliorare la sicurezza alimentare e a prevenire la malnutrizione nelle comunità vulnerabili rafforzando la loro resistenza alle continue crisi. In particolare, da gennaio 2020 ad oggi, COOPI ha raggiunto 283.061 beneficiari e ha distribuito 6.689 tonnellate di cibo, compiendo così passi concreti verso l’eliminazione della fame nella Repubblica Centrafricana.
Dalla RCA alla Repubblica Democratica del Congo, dalla Siria al Sudan, passando per la Somalia e la Nigeria, COOPI lavora inoltre al fianco del WFP in situazioni di emergenza per migliorare le condizioni delle popolazioni più vulnerabili (rifugiati, sfollati, donne incinte e bambini), attraverso l’accesso al cibo e ai beni di prima necessità come medicine e zanzariere. A tal fine, le attività sul campo non si limitano alla distribuzione diretta di prodotti primari, ma mirano a migliorare la resilienza di queste popolazioni sia nel settore agricolo che attraverso attività generatrici di reddito; inoltre, il personale COOPI monitora e contrasta in maniera costante la morbilità e la mortalità per malnutrizione, soprattutto nelle fasce d’età più critiche. (@OnuItalia)