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lunedì, Ottobre 14, 2024

Lavoro minorile: Terres des Homme lancia allarme, cresce sfruttamento, ripartire dalle scuole

ROMA, 12 GIUGNO – La pandemia di Covid-19 ha messo in evidenza l’aumento di molti problemi sociali non legati direttamente alla malattia come lavoro minorile e violenze di genere. Se ad esempio c’è stata un’impennata dei reati contro le donne, costrette a casa dal lockdown, è aumentato anche lo sfruttamento del lavoro. L’ong Terres des Hommes ha messo in particolare l’accento su quello minorile, in occasione della Giornata Mondiale contro lo sfruttamento del Lavoro minorile.

Già prima della pandemia 152 milioni di minori dovevano lavorare e 386 milioni di bambini in tutto il mondo vivevano in condizioni di povertà estrema. A questi, a causa del Covid-19, si aggiungeranno altri 66 milioni di minori caduti nel baratro della povertà se non verranno prese adeguate misure. ”Per milioni di bambini la crisi causata dal Covid-19 ha il volto della fame, dello sfruttamento e della fine di ogni speranza di opportunità educative. E’ fondamentale che i governi nazionali e la comunità internazionale diano priorità ai bisogni dei bambini delle fasce di popolazione più svantaggiate nei loro programmi di aiuto per la pandemia di Covid-19”, ha spiegato Paolo Ferrara, Direttore generale di Terre des Hommes. ”Oltre agli aiuti alle famiglie si pensi anche a sostenere attivamente l’istruzione. La riapertura delle scuole deve essere accompagnata da programmi di recupero scolastico per evitare che i bambini abbandonino la scuola e finiscano per lavorare”.

Se prima della pandemia i bambini erano colpiti in modo sproporzionato dalla povertà e oltre 152 milioni di loro lavoravano, 73 dei quali occupati in una delle peggiori forme di lavoro minorile (schiavitù, prostituzione, lavori forzati, pericolosi, attività illegali), si stima che altri 66 milioni di bambini siano a rischio di povertà estrema a causa del Covid-19. Particolarmente colpiti sono i bambini i cui genitori lavorano nel settore informale come venditori ambulanti, domestiche, spazzini, lavoratori edili o agricoli (nei paesi in via di sviluppo questo settore può arrivare al 95% degli occupati). Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, a maggio 2020 1,6 miliardi di persone impiegate nel settore informale hanno visto azzerarsi il loro reddito a causa della chiusura totale. Ciò si tradurrà inevitabilmente in un forte incremento del lavoro minorile.

Le organizzazioni partner di Terre des Hommes stanno osservando un aumento ben visibile del lavoro minorile in molti Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Nelle grandi città ci sono più bambini che chiedono l’elemosina, o vendono merce per strada. Nelle piantagioni i bambini in età scolare lavorano con i genitori. Nelle Filippine, con la perdita dei proventi dal turismo e la chiusura delle scuole, sono sempre di più i minori che si prostituiscono davanti alla webcam. L’Europol ha dichiarato che globalmente la domanda di pornografia infantile in rete è aumentata con l’inizio del lockdown.

Secondo l’UNESCO, a maggio 1,5 miliardi di studenti in 186 paesi non hanno potuto frequentare la scuola per il lockdown. La chiusura delle scuole ha significato la perdita del più importante pasto per 365 milioni di bambini , spesso l’unico pasto del giorno. L’alternativa è la fame.

Inoltre, la chiusura delle scuole e dei centri giovanili ha azzerato un sistema informale ma efficace di allarme contro la violenza domestica, i matrimoni precoci e lo sfruttamento dei bambini. È indispensabile che vengano messe in atto tutte le misure possibili perché la loro riapertura avvenga nel più breve tempo possibile.

Maria Novella Topi
Maria Novella Topihttps://onuitalia.com
Maria Novella Topi è stata a lungo capo servizio della Redazione Esteri dell'Ansa. Tra le sue missioni l'Albania (di cui ha seguito per l'agenzia la caduta del comunismo e le successive rivolte), l'Iraq e la Libia. Ha lavorato per lunghi periodi nell'ufficio di corrispondenza di Parigi. Collabora da Roma a OnuItalia.

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