ROMA, 18 DICEMBRE – A Roma davanti alla barca dei profughi di Yoko Ono: il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha visitato oggi la mostra “Della Materia Spirituale dell’Arte” aperta al MAXXI, il museo nazionale disegnato da Zaha Hadid e dedicato alle arti del Ventunesimo secolo, fino al prossimo 8 marzo.
La mostra indaga il tema dello spirituale attraverso lo sguardo dell’arte contemporanea e, al contempo, della storia arcaica di Roma. In un allestimento che offre possibilità multiple di percorso sono esposti i lavori di diciannove artisti, nomi di spicco del panorama internazionale, provenienti da culture e con background differenti: oltre a Yoko Ono, tra gli altri, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Sean Scully, Hassan Khan, Kimsooja, Abdoulaye Konate’.
“É affascinante vedere come artisti di diversa cultura esplorano ‘la materia spirituale dell’arte’, ha detto Guterres, accompagnato nella visita della mostra dalla presidente del MAXXI Giovanna Melandri e dalla Rappresentante permanente italiana all’Onu, Mariangela Zappia: “L’arte esprime emozioni, sentimenti e può anche esprimere la nostra umanità e la ricerca di un significato e appagamento più profondo”.
La barca dei profughi e’ una installazione interattiva ideata dalla 86enne vedova di Lennon negli anni Sessanta. All’atto dell’inaugurazione e’ una “tela bianca”, quattro pareti e in mezzo una barca a remi, che il pubblico e’ invitato a dipingere con la vernice azzurra, il colore del mare, esprimendo i propri pensieri e le proprie speranze. Via via che passano i giorni i messaggi si confondono, sovrapposti e obliterati l’un l’altro, trasformando lo spazio in un caos a strati. Un mare di colore se visto da lontano che, piu’ da vicino, interpreta il panorama agitato della crisi internazionale delle migrazioni.
Arrivando per la prima volta in America negli anni ’50, Yoko non era profuga ma le difficolta’ dell’impatto con la nuova vita in un nuovo continente misero la futura artista concettuale in sintonia con il dramma dei migranti: “Come donna che voleva dire la sua, come asiatica avrei potuto essere una di loro”, ha detto in una recente intervista al Guardian. (@OnuItalia)