BAKU, 7 LUGLIO – In Veneto e in Friuli oggi si stappano le bollicine, mentre l’Italia recupera il suo primato. Le Colline del Prosecco di Valdobbiadene sono patrimonio dell’umanità. Lo ha deciso oggi a Baku, in Azerbaijan, il World Heritage Committee dell’Unesco. “Grazie alla loro bellezza paesaggistica, culturale, agricola unica e al gran lavoro promozionale di squadra del sistema-Paese”, ha commentato sull’account tweet della Farnesina il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.
Per il ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio, a Baku per sostenere la candidatura, quella di oggi e’ “una giornata storica per il Veneto e per ltalia”. Quello dell’UNESCO e’ “un grande riconoscimento che valorizza le straordinarie qualità sceniche e le tradizioni di un paesaggio culturale unico di eccezionale valore mondiale. Una terra dalla quale nascono i frutti che danno vita a uno dei prodotti che più caratterizza l’eccellenza del nostro made in Italy”. Il risultato “conferma, ancora una volta, la grande attenzione mondiale nei confronti del patrimonio naturale e culturale del nostro Paese” e rappresenta “un punto di partenza per il futuro. Adesso la sfida che ci attende è quella della conservazione dei caratteri specifici e tradizionali di questo splendido territorio quale patrimonio da trasmettere alle future generazioni, a beneficio dell’intera umanità”.
Le colline trevigiane sono cosi’ l’ottavo sito veneto e il 55mo sito italiano iscritto nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco riconfermando il paese come quello con il maggior numero di siti patrimonio dell’umanità alla pari con la Cina. Nella descrizione ufficiale si afferma che “la zona include una serie di catene collinari, che corrono da est a ovest, e che si susseguono l’una dopo l’altra dalle pianure fino alle Prealpi, equidistanti dalle Dolomiti e dall’Adriatico, il che ha un effetto positivo sul clima e sulla campagna. Se Conegliano ospita molti istituti legati al vino, Valdobbiadene è invece il cuore produttivo dell’area vinicola. I ripidi pendii delle colline rendono difficile meccanizzare il lavoro e di conseguenza la gestione delle vigne è sempre stata nelle mani di piccoli produttori. È grazie a questo grande, pacifico esercito di lavoratori e grazie all’amore per la loro terra che è stato possibile preservare queste bellissime colline e creare un forte legame tra l’uomo e la campagna. Il risultato di questo forte legame è uno straordinario esempio di come questa antica cultura sia fortemente radicata alla sua terra”.
Delle 464 milioni di bottiglie Doc vendute lo scorso anno, circa 2 su 3 sono state vendute all’estero dove la Gran Bretagna – fa notare la Coldiretti – è di gran lunga il Paese che ne consuma di più. “Con la decisone dell’apposito Comitato di selezione Unesco, si riconosce il valore universale di un paesaggio culturale e agricolo unico, scaturito da una straordinaria, sapiente interazione tra un’attività produttiva di eccellenza e la natura di un territorio affascinante”, ha detto Moavero.
La proclamazione è avvenuta in occasione della 43esima sessione del Comitato del Patrimonio mondiale Unesco, con delibera unanime dei 21 Stati membri del Comitato, a conferma dell’alta qualità della candidatura italiana e dopo la bocciatura dell’anno scorso, quando l’iscrizione saltò per due voti (Spagna e Norvegia) portando al rinvio. Nella nota di Moavero si sottolinea sia la posizione di primissimo piano che l’Italia riveste in seno all’Unesco sia “l’ottimo gioco di squadra del sistema-Paese che ha visto coinvolti, insieme con la Farnesina, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e del Turismo, la Regione Veneto e il Comitato promotore della candidatura”.
La candidatura delle colline del Prosecco era partita nel 2010. I paesaggi vitivinicoli dell'”origine controllata” comprendono le province di Veneto e Friuli, compreso il paese di Prosecco (in provincia di Trieste): 30 chilometri coperti di vigneti a perdita d’occhio, ora risconosciuti – come già le Dolomiti e la laguna di Venezia – patrimonio dell’umanità. Sono il 10° sito al mondo iscritto alla categoria di “paesaggio culturale” dopo Alto Douro – Portogallo, Tokaj – Ungheria, Pico Island – Portogallo, Lavaux – Svizzera, Langhe Roero e Monferrato – Italia, Champagne – Francia, Borgogna – Francia, Saint-Emilion – Francia, Wachau – Austria.
“Tutti e dieci i siti sono paesaggi culturali evolutivi, il cui risultato visibile è dato dall’interazione uomo-ambiente, un’interazione vitale, in continua evoluzione”, ha detto Innocente Nardi, Presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità” e del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG rendendo omaggio al lavoro di “una squadra eccezionale capitanata dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia, con il contributo dei Ministeri competenti e l’impeccabile lavoro del comitato scientifico, presieduta da Mauro Agnoletti, e, non ultimo, il supporto della Delegazione italiana Unesco”. E anche Innocenti ha sottolineato che il riconoscimento non rappresenta il punto di arrivo, ma “un’importante tappa di un percorso che mira alla valorizzazione del patrimonio culturale, artistico ed agricolo presente in questo piccolo territorio, noto per il suo prodotto principe, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”.(@OnuItalia)