GINEVRA, 6 GIUGNO – “La dieta mediterranea e’ molto di più di una dieta”: lo ha detto Marco Silano, Capo dell’Unità Nutrizione e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, intervenendo oggi a Ginevra ad un seminario sulle diete tradizionali organizzato dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali.
Silano ha riportato l’origine del termine “dieta mediterranea” a Ancel Keys, il fisiologo del Minnesota che fu il primo a individuare un collegamento tra le abitudini alimentari della regione mediterranea e una durata maggiore della vita rispetto ad altre parti del mondo, in primo luogo gli Stati Uniti del secondo dopoguerra, dove le malattie cardiovascolari mietevano record di vittime tra gli uomini di affari.
Keys aveva creato per il Pentagono le “Razioni Kappa” con cui si alimentarono i militari americani durante la Seconda Guerra Mondiale; dopo la guerra i suoi studi sulla fame aiutarono a rialimentare i sopravvissuti ai lager del nazismo. Negli anni Cinquanta una vacanza con la moglie Margaret nell’isola di Creta e, in Italia, nel Cilento a sud di Napoli, indusse il fisiologo a notare caratteristiche comuni nell’alimentazione delle due regioni: frugalità e moderazione abbinata ad esercizio fisico, alimenti chiave come grano, olio di oliva e vino, e la convivialita’ del consumo e della preparazione, ha detto Silano. Un altro filo conduttore: una minore incidenza di malattie metaboliche, le cosiddette “non communicable diseases” (malattie non trasmissibili, NCD) come cancro e diabete e malattie cardiovascolari, al centro negli ultimi anni delle preoccupazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’
“La dieta mediterranea e’ un modello di dieta tradizionale che può’ essere impegnata come strumento di contrasto alle malattie non trasmissibili”, ha detto Silano nel corso del panel aperto dall’ambasciatore Gian Lorenzo Cornado e che ha visto la partecipazione di esperti nutrizionisti da tutto il mondo: Dennis Bier, Professore di nutrizione pediatrica presso il Children’s Nutrition Research Center del Baylor College of Medicine di Houston; Deanna Pucciarelli, Professoressa associata di Nutrizione presso la Ball State University a Muncie; Hsin-Jen Chen, Professore Associato presso l’Institute of Public Health of the School of Medicine della National Yang-Ming University a Taipei; e Hugo Da Costa Ribeiro, Professore Associato al Dipartimento di Pediatria della “Universidade Federal da Bahia” a Salvador, Brazil.
L’iniziativa è sinergica con l’azione promossa dal Governo italiano in ambito “UN Decade on Nutrition 2016-2025” e, nello specifico, con il lancio dell’Action Network sulle Diete Salutari – Dieta Mediterranea e altre Diete Tradizionali.
Questa iniziativa, coordinata dal Ministero della Sanità, è stata presentata lo scorso 21 maggio nel corso dell’Assemblea Generale OMS, con un side-event che ha visto la partecipazione del Sottosegretario di Stato alla Salute, Prof. Armando Bartolazzi, e del Segretario Generale del Ministero della Salute, dott. Giuseppe Ruocco. Lo strumento dell’Action Network è stato identificato da FAO e OMS come un efficace meccanismo con il quale gli Stati Membri (e altri stakeholders coinvolti) possono collaborare per raggiungere gli scopi del programma della UN Decade on Nutrition. Una delle aree di intervento di questo programma è “Sustainable, resilient food systems for healthy diets”. Lo strumento dell’Action Network permette di creare alleanze di Paesi per allineare e accelerare gli sforzi su di un tema specifico, coinvolgendo la società civile, le università, i centri di ricerca, e il settore privato.
L’action network promosso dall’Italia si configura anche come seguito degli esiti dell’UN High Level Meeting on NCDs (Settembre 2018), la cui dichiarazione politica promuove l’educazione alimentare verso diete sane, varie ed equilibrate, ed anche degli esiti della recente risoluzione del Foreign Policy and Global Health (Dicembre 2018) che invita “member States to promote and preserve traditional healthy diets, food diversity and healthy eating habits and lifestyles, considering the importance of food as part of the cultural heritage and a vehicle to promote nutrition literacy”; come promozione a livello mondiale del modello italiano di salute pubblica e di prevenzione dell’obesità, basato anche sull’educazione alimentare ai principi della dieta mediterranea, per promuovere diete varie ed equilibrate e stile di vita sano ed attivo. Non a caso l’Italia è ai primi posti per stato di salute e longevità, ed all’ultimo posto come tasso di obesità nella popolazione, tra i paesi OCSE. (@OnuItalia)