NEW YORK, 23 SETTEMBRE – Lo stato e le prospettive del processo di riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono stati al centro di una riunione virtuale dei ministri dei paesi membri del gruppo “Uniting for Consensus (UfC) in cui, sotto la presidenza del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e’ stato ribadito l’impegno di impegnarsi in modo costruttivo e in buona fede nei prossimi negoziati intergovernativi (IGN) per ottenere una “riforma del Consiglio di sicurezza per tutti”.
I ministri hanno osservato che, nonostante la persistenza di opinioni divergenti su aspetti chiave della riforma, gli ultimi negoziati hanno confermato l’impegno dei membri dell’ONU a risolvere le differenze e a costruire sugli elementi di comunanza per raggiungere una soluzione basata sul più ampio sostegno possibile.
Concordando sull’urgente necessità di una riforma del Consiglio di sicurezza, i ministri dell’UfC hanno sottolineato che l’IGN rimane il forum più appropriato ed efficiente fornendo a tutti gli Stati membri l’opportunità di lavorare insieme in modo inclusivo e pratico.
I ministri dell’UpC hanno ribadito che il Consiglio di Sicurezza – il luogo in cui vengono prese le decisioni finali sulla pace e la sicurezza globale – deve essere reso più democratico, responsabile, rappresentativo, trasparente ed efficace. Un Consiglio “veramente adatto allo scopo” otterrebbe una maggiore legittimità agli occhi dei membri dell’ONU, infonderebbe maggiore fiducia nelle Nazioni Unite e rafforzerebbe la causa del multilateralismo.
Coerentemente con l’approccio costruttivo del gruppo, i ministri dell’UfC hanno convenuto che, per contribuire a rimediare alle ingiustizie storiche, gli sforzi verso una riforma del Consiglio di sicurezza dovrebbero mirare a raggiungere un’equa rappresentanza dei paesi africani. La riforma dovrebbe anche garantire una maggiore rappresentanza e una maggiore voce per altre regioni in via di sviluppo, piccoli Stati e SIDS. “Solo rendendo il Consiglio più rappresentativo del 21° secolo, il Consiglio diventerebbe capace di affrontare sfide vecchie e nuove. Solo in questo modo tutti gli Stati membri avrebbero più possibilità di sedere e servire nel Consiglio”, si afferma nel comunicato del gruppo che ribadisce anche la ferma opposizione alla creazione di nuovi membri permanenti nel Consiglio di sicurezza: un Consiglio di sicurezza efficace e democratico non può essere raggiunto con l’aggiunta di nuovi membri con diritti nazionali esclusivi e privilegi ineguali. (@OnuItalia)