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sabato, Luglio 12, 2025

Gaza: col si’ dell’Italia l’Assemblea Generale vota la risoluzione umanitaria

NEW YORK, 12 GIUGNO – Con il si’ dell’Italia e di altri 148 Paesi dell’Onu l’Assemblea generale ha approvato oggi una risoluzione sulla situazione umanitaria a Gaza in cui chiede “tutte le misure” necessarie di pressione su Israele per far arrivare a destinazione gli aiuti. Il testo è stato adottato con 149 voti a favore, 12 contrari (tra cui Usa e Israele) e 19 astenuti.

Il voto arriva dopo che la scorsa settimana gli Stati Uniti avevano posto il veto in Consiglio di Sicurezza. Oggi l’Assemblea Generale ha chiesto un cessate il fuoco immediato a Gaza, oltre che l’adozione di “tutte le misure necessarie” per fare pressione su Israele.

I 12 paesi contrari, oltre a Israele e Stati Uniti, sono Argentina, Fiji, Ungheria, Micronesia, Nauru, Palau, Papua Nuova Guinea, Uruguay, Tonga, Tuvalu, Paraguay. I 19 astenuti sono Albania, Repubblica Ceca, Camerun, Dominica, Nord Corea, Ecuador, Etiopia, Georgia, India, Kiribati, Malawi, Marshall Island, North Macedonia, Panama, Romania, Slovacchia, Sud Sudan, Togo, Timor Est.

Il testo chiama in causa Israele

Come il testo bloccato la settimana scorsa in Consiglio di Sicurezza, la risoluzione “esige un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente” a Gaza, così come il rilascio degli ostaggi. Ma il testo approvato va oltre, chiamando direttamente in causa Israele. La risoluzione “esige che Israele, potenza occupante, ponga immediatamente fine al blocco, apra tutti i valichi di frontiera” e consenta la distribuzione di aiuti umanitari “in quantità sufficiente” in tutto il territorio palestinese, dove la situazione è disastrosa dopo oltre 20 mesi di guerra.

No alla fame come arma di guerra

Il documento, che non ha valore vincolante ma solo peso morale, condanna inoltre “fermamente qualsiasi uso della fame contro i civili come metodo di guerra e il rifiuto illecito dell’accesso umanitario”. Per far rispettare “il principio di responsabilità”, la risoluzione invita inoltre tutti gli Stati a “prendere individualmente e collettivamente tutte le misure necessarie” per “garantire che Israele rispetti i suoi obblighi” in materia di diritto internazionale. Tuttavia, non viene utilizzato il termine “sanzione”.

Tajani, “deve finire la guerra”

Dopo oltre due mesi di blocco totale, Israele ha permesso a fine maggio l’apertura di centri di distribuzione degli aiuti gestiti dalla Fondazione umanitaria di Gaza (GHF), attorno ai quali si sono verificati diversi incidenti letali. L’ONU, che denuncia ostacoli alle proprie operazioni umanitarie, si rifiuta di collaborare con questa organizzazione dal finanziamento poco trasparente, a causa di preoccupazioni sui suoi metodi e sulla sua neutralità.

“Deve finire la guerra e abbiamo detto basta bombardamenti, non si può vedere morire i bambini, non sono soldati combattenti, sono vittime innocenti”, ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani all’aeroporto di Linate dove erano appena arrivati dei bambini da Gaza che saranno curati in Italia. “Bisogna rispettare il diritto umanitario. Stiamo facendo di tutto dal punto di vista umano, politico e diplomatico. Le guerre purtroppo provocano questi disastri”, ha aggiunto: “Noi cerchiamo di portare in Italia i bambini più gravi da curare e continueremo a farlo”.

L’Italia ha accolto, tra gli altri, in particolare il piccolo Adam, arrivato a Linate con la madre, la dottoressa Alaa al-Najjar che era al lavoro al Nasser Medical Center quando i jet di Tel Aviv hanno sganciato le bombe sulla sua casa uccidendo il marito e tutti i gli altri figli. Appena atterrato, Adam ha ricevuto in dono un pallone da Tajani. La zia di Adam aveva detto a Tajani che il nipote ama il calcio. A quel punto, un rappresentante dell’Aeronautica Militare ha preso un pallone dalla palestra dell’aeroporto che il ministro ha poi consegnato al bambino. (@OnuItalia)

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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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