NEW YORK, 9 OTTOBRE 2025 – A New York per sostenere domani in Assemblea generale la posizione sulla maternita’ surrogata della Relatrice Speciale sulla Violenza contro le Donne, Reem Alsalem, la ministra della Famiglia, la Natalita’ e le Pari opportunita’, Eugenia Roccella, ha ipotizzato un percorso di mobilitazione simile a quello che ha portato, con il contributo italiano, alle risoluzioni per la moratoria della pena di morte.
“Dobbiamo partire dalle Nazioni Unite, sia a New York che a Ginevra, cercando di mettere insieme un numero consistenti di stati contrari a questa pratica – tra questi gia’ molti africani – e coinvolgere quelli in cui in il dibattito e’ gia’ aperto come ad esempio la Francia”, ha detto Roccella incontrando la stampa italiana presso la sede della Rappresentanza permanente d’Italia all’Onu.
“Troppo spesso della maternita surrogata viene data una immagine edulcorata”, ha aggiunto la ministra, osservando che “intervistare le donne che lo hanno fatto e’ difficile perché i contratti prevedono che parlino bene della pratica”. Finora – ha poi notato la rappresentante del governo italiano – al Palazzo di Vetro non si era mai sentita una posizione chiara come quella della Alsalem, una esperta indipendente nominata nominata dal Consiglio dei Diritti Umani (UNHRC) ma estranea alle agenzie dell’ONU, il cui rapporto, stilato dopo consultazioni di esperti e organizzazioni, “iscrive l’utero in affitto all’interno della tematica della violenza contro le donne”.
Roccella ha notato con soddisfazione che le raccomandazioni della Alsalem ripercorrono lo stesso itinerario della legislazione italiana, a partire dalla legge 40 del 2004 che punisce l’utero in affitto vietando, non solo il ricorso alla pratica, ma anche l’organizzazione, la propaganda e il sistema transazionale che commercializza la maternita’ e poi punendola anche quando viene fatta all’estero, tutelando allo stesso tempo i bambini con ambiente familiare completo ma non con la registrazione automatica del secondo genitore.
ampia per arrivare al riconoscimento della maternità surrogata come violenza contro le donne e per vietarla a livello internazionale”. La Ministra si e’ detta consapevole “che è un percorso che va costruito politicamente e culturalmente di cui questo rapporto è un primo passaggio fondamentale” e in cui l’Italia intende avere un ruolo attivando un percorso in cui associare stati in cui e’ aperta una discussione. (@OnuItalia)
