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giovedì, Febbraio 13, 2025

UNHCR: ‘corridoi di lavoro’, in Italia i primi due rifugiati destinati a lavorare in modo legale e sicuro

ROMA,4 FEBBRAIO -Con una mossa innovativa, l’Italia ha accolto i suoi primi due rifugiati attraverso il programma ‘Corridoi di lavoro per i rifugiati‘, che offre ai profughi qualificati percorsi legali per l’occupazione nel Paese, aiutandoli a ricostruire le loro vite e affrontando al contempo la carenza di manodopera in Italia.

Dopo aver completato un corso di formazione specialistica in Egitto, i rifugiati Dut Dumo e Wala Tedros sono atterrati il 16 gennaio a Trieste e sono ora destinati a lavorare nel settore della cantieristica navale nella vicina città portuale di Monfalcone, sulla costa adriatica.
Poco prima di salire sullaereo per l’Italia, Dumo ha espresso la sua felicità, dicendo: “È una sensazione molto bella. Sono molto ottimista per questa bella opportunità”.
Il programma fa parte di un approccio pionieristico volto a offrire ai rifugiati e alle imprese italiane una soluzione reciprocamente vantaggiosa. Grazie all’iniziativa, nelle prossime settimane arriveranno altri rifugiati da Uganda, Giordania e Colombia. Altri programmi di formazione saranno lanciati nel 2025, con oltre 100 rifugiati che dovrebbero arrivare in Italia entro la fine dell’anno.
L’iniziativa è promossa dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e dai Ministeri italiani degli Affari Esteri, del Lavoro e dell’Interno, insieme a partner come Talent Beyond Boundaries, Diaconia Valdese, Pathways International e altri in Italia e nei Paesi di partenza.
L’iniziativa “Corridoi del lavoro per i rifugiati” mette in contatto le competenze e il potenziale dei rifugiati con le specifiche esigenze lavorative delle aziende italiane. Offre ai rifugiati l’opportunità di entrare nella forza lavoro italiana in modo legale e sicuro, evitando i viaggi pericolosi che molti sono costretti a intraprendere. Oltre all’Egitto, il programma prevede la formazione e l’impiego di rifugiati in Uganda e Giordania, con particolare attenzione ai settori navale, informatico e orafo.
Offrendo ai rifugiati la possibilità di lavorare in questi settori, l’Italia non si limita ad aiutare le persone a ricostruirsi una vita, ma affronta anche le carenze di competenze critiche nel mercato del lavoro del Paese. Questa iniziativa garantisce ai rifugiati opportunità di lavoro in linea con le loro competenze e qualifiche.

Con oltre 122 milioni di sfollati forzati in tutto il mondo e l’84% che vive in Paesi a basso o medio reddito, il programma “Corridoi del lavoro per i rifugiati” mira a fornire un futuro più stabile e dignitoso a coloro che sono fuggiti da conflitti e persecuzioni. Per molti rifugiati, l’impossibilità di tornare a casa e la mancanza di opportunità nei Paesi di primo asilo spesso portano a viaggi pericolosi nelle mani dei trafficanti.
Offrendo un’alternativa più sicura e consentendo ai rifugiati di trovare un lavoro in linea con le loro competenze e aspirazioni, l’Italia beneficerà di una forza lavoro motivata che contribuirà a soddisfare la domanda di lavoro del Paese in settori come la cantieristica, l’edilizia e l’industria.
Grazie a una nuova legge introdotta nel 2024, l’Italia è tra i primi Paesi a creare un percorso sicuro e legale per l’ingresso dei rifugiati all’estero nel mondo del lavoro con un visto di lavoro che consente alle imprese italiane di selezionare e assumere rifugiati che hanno completato programmi di formazione all’estero, come quelli condotti in Egitto, Uganda e Giordania.
Questa nuova iniziativa rientra in un impegno assunto dal governo italiano in vista del Global Refugee Forum, che prevede il rilascio di 750 permessi di lavoro a rifugiati e apolidi entro il 2025, e sottolinea l’impegno dell’Italia a sviluppare un modello di gestione dell’immigrazione che non solo soddisfi le esigenze economiche del Paese, ma che offra anche ai rifugiati la possibilità di ricostruire la propria vita con dignità.

Maria Novella Topi
Maria Novella Topihttps://onuitalia.com
Maria Novella Topi è stata a lungo capo servizio della Redazione Esteri dell'Ansa. Tra le sue missioni l'Albania (di cui ha seguito per l'agenzia la caduta del comunismo e le successive rivolte), l'Iraq e la Libia. Ha lavorato per lunghi periodi nell'ufficio di corrispondenza di Parigi. Collabora da Roma a OnuItalia.

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