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giovedì, Febbraio 13, 2025

Ufc: formalizzare le iniziative che limitano l’uso del veto

NEW YORK, 21 GENNAIO – A nome del gruppo Uniting for Consensus l’Italia all’Onu ha proposto che iniziative a limitazione dell’uso del veto da parte dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza siano “formalizzate o codificate nel contesto di una riforma complessiva” del massimo organo di governo politico dell’Onu, “in modo da renderle legalmente vincolanti nel futuro”.

Uniting for Consensus (UfC) rappresenta una coalizione diversificata di paesi tra cui, oltre l’Italia, Argentina, Canada, Colombia, Costa Rica, Malta, Messico, Pakistan, Corea del Sud, San Marino, Spagna e Turchia. A nome del Gruppo, il Rappresentante Permanente italiano Maurizio Massari ha ribadito l’impegno per la riforma durante la seconda riunione dei negoziati intergovernativi nella 79ª sessione dell’Assemblea Generale.

Uno strumento anacronistico

Il potere di veto e’ stato al centro del dibattito. L’UfC ha sottolineato la sua posizione consolidata a favore dell’abolizione, definendo il veto uno “strumento anacronistico” e la causa principale di molti fallimenti del Consiglio di Sicurezza. Tuttavia, riconoscendo le complessità legate alla modifica della Carta delle Nazioni Unite, che richiede il consenso dei cinque membri permanenti, l’UfC ha chiesto misure immediate per limitarne in circostanze specifiche, come, ma non solo, in caso di atrocità di massa e crimini di guerra. Questa proposta è in linea con iniziative gia’ sul tappeto come l’iniziativa franco-messicana e il codice di condotta dell’ACT (Accountability, Coherence and Transparency Group). Fondato nel 2013, l’ACT Group è composto da una coalizione di Stati membri tra cui Liechtenstein, Costa Rica e Svizzera, ed è focalizzato su una gestione più efficace delle crisi internazionali. Al codice di condotta, lanciato nel 2015, hanno aderito oltre 120 Stati.

Massari, nel suo intervento, ha osservato che l’uso del veto comporta una grande responsabilità, mentre il suo abuso “mina il quadro di sicurezza collettiva e mette in pericolo vite civili”. Ufc ha accolto con favore l’iniziativa sul veto guidata dal Liechtenstein, che mira a garantire una maggiore responsabilità nell’applicazione di tale strumento.

Espandere la rappresentanza e ridurre l’influenza dei P5

L’UfC propone di aumentare il numero di membri non permanenti eletti nel Consiglio di Sicurezza come mezzo per riequilibrare il potere e ridurre l’influenza sproporzionata dei membri permanenti.

“Il percorso più praticabile e di maggior impatto per la riforma è espandere il numero di membri eletti”, ha affermato l’Ambasciatore. Questo migliorerebbe l’efficacia del Consiglio, democratizzerebbe il processo decisionale e garantirebbe una maggiore rappresentanza per le regioni sottorappresentate. L’UfC ha espresso la sua ferma opposizione all’idea di concedere nuovi poteri di veto o di introdurli gradualmente tramite clausole di revisione.

Un approccio globale alla riforma

Massari ha sottolineato l’interconnessione tra i diversi elementi della riforma, dichiarando che le discussioni sul veto non possono essere isolate da questioni come le categorie di membri e la rappresentanza regionale. Ufc vuole una riforma complessiva per creare un Consiglio di Sicurezza più democratico, responsabile, efficace, trasparente ed efficiente: “Portiamo avanti un Consiglio di Sicurezza che serva davvero la comunità globale”, ha concluso l’Ambasciatore. (@OnuItalia)

Alessandra Baldini
Alessandra Baldinihttps://onuitalia.com
Alessandra Baldini e’ stata la prima donna giornalista parlamentare per l’Ansa, poi corrispondente a Washington e responsabile degli uffici Ansa di New York e Londra. Dirige OnuItalia.

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