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giovedì, Febbraio 13, 2025

Il CDS dell’Onu discute di come affrontare gli spyware commerciali. Le proposte dell’Italia

ROMA, 17 GENNAIO – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito per discutere dei rischi dell’utilizzo degli spyware commerciali, ormai una vera e propria industria. L’obiettivo dell’incontro, secondo la missione statunitense presso le Nazioni Unite, era quello di affrontarne ”le implicazioni della proliferazione e dell’uso improprio per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”. A richiedere l’incontro sono stati gli Stati Uniti, che sotto l’amministrazione Biden hanno intrapreso diverse azioni nel settore (tra cui sanzioni contro i produttori israeliani di spyware NSO Group e Candiru, nonché contro la società greca Intellexa) e altri 15 Paesi. Si è trattato di un incontro informale, in formato Arria. Non sono emerse proposte concrete ma un appello forte ai governi affinché intervenga in materia è stato presentato dalla maggioranza.

Russia e Cina, invece, hanno respinto le preoccupazioni. Entrambe hanno accusato gli Stati Uniti: Mosca ha spostato l’attenzione dagli spyware commerciali citando il caso di Edward Snowden e affermando che ”sono stati proprio gli Stati Uniti a creare un vero e proprio sistema di sorveglianza globale e di interferenza illegale nella vita privata dei propri cittadini e dei cittadini di altri Paesi, e a continuare a perfezionare questo sistema”; Pechino ha criticato l’incontro stesso, affermando che discutere ”del cosiddetto spyware commerciale e del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale significa mettere il carro davanti ai buoi rispetto alle più dannose attività di proliferazione dei governi”.

L’Italia, per bocca del primo consigliere Nikola Jovanovic, ha presentato tre punti per far fronte alla sfida.

Primo: aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica: ”La sicurezza informatica si basa in particolare sul fattore umano come prima linea di difesa. Dobbiamo migliorare la conoscenza dei rischi online, in particolare quando forniamo o memorizziamo informazioni personali”.

Secondo: regolamentazione nazionale e rispetto delle convenzioni internazionali: ogni Paese dovrebbe assicurarsi che le proprie leggi “regolino adeguatamente” questo settore e siano “allineate” con le convenzioni internazionali; inoltre, “la supervisione del Parlamento e della magistratura offre un ulteriore livello di protezione insieme al controllo delle esportazioni”.

Terzo: cooperazione internazionale per prevenire o de-escalare possibili tensioni.

A tal proposito, un anno fa l’Italia ha aderito ”con orgoglio” – ha sottolineato il diplomatico – al cosiddetto Pall Mall Process contro la proliferazione e l’uso irresponsabile degli spyware commerciali. “Iniziative come questa sono benvenute per concordare termini e definizioni comuni, condividere esperienze e migliori pratiche, armonizzare i quadri normativi, promuovere la trasparenza e la responsabilità”, ha aggiunto

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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