ROMA, 28 NOVEMBRE – L’Italia potrebbe riprendere il comando della missione dei caschi blu in Libano avviandosi a gestire sul territorio la delicata tregua tra Hezbollah e Israele. Uno scenario non del tutto inedito, quello di cui da’ notizia l’ANSA, ma che stavolta si concretizzerebbe alla luce di oltre un anno di uno dei più duri conflitti tra i miliziani sciiti e l’Idf.
Un eventuale avvicendamento potrebbe avvenire dal prossimo marzo, con la fine del mandato dell’attuale comandante di Unifil: lo spagnolo Aroldo Lázaro Saenz che nel 2022 era a sua volta subentrato ai generali italiani che, con la sola interruzione dell’irlandese Michael Baery dal 2016 al 2018, hanno guidato i peacekeeper nel Libano meridionale dal 2007. Tra i nomi emersi come potenziali successori di Claudio Graziani, Paolo Serra, Luciano Portolano e Stefano Del Col c’è quello del generale Diodato (Dino) Abagnara, ex comandante della brigata Garibaldi, già in servizio con i soldati Onu a guardia della Blue Line. Sono attualmente impegnate in Libano circa 1200 unita’ italiane tra personale militare che civile. Secondo dati aggiornati all’inizio di novembre, partecipano alla missione 10.150 peacekeepers da 48 Paesi.
Una riserva di militari italiani per il Libano?
Non si tratta però dell’unico sviluppo della situazione. Più volte in passato il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva ventilato l’ipotesi di una riserva di militari italiani per il Libano, ovvero una quota di soldati – si ipotizza (ma allo stato attuale è ancora un’ipotesi) 500 militari dispiegati in Italia o in altri luoghi strategici all’estero come ad esempio Cipro – pronti a dare rinforzo ai militari di Unifil, per garantire la sicurezza dei pattugliamenti e in generale per dare supporto al contingente nel caso in cui la situazione dovesse nuovamente precipitare.
Nulla è però deciso – precisa l’ANSA – e si tratterebbe in ogni caso di decisioni che dovranno passare al vaglio del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove potrebbero essere nuovamente discusse anche nuove regole di ingaggio. Tra le possibilita’ di integrazione del mandato potrebbe emergere la decisione di introdurre l’accesso agli spazi privati, l’utilizzo di droni e di visori laser notturni: maggiori libertà di movimento e diversi equipaggiamenti permetterebbero ad esempio ai caschi blu di individuare in maniera più efficace le postazioni di Hezbollah, anche in funzione di deterrenza, evitando così l’escalation degli sconfinamenti israeliani.(@OnuItalia)