ROMA, 11 GIUGNO – Sul terrazzo della FAO un nuovo orto idroponico apre la strada alla sperimentazione per una gestione migliore delle risorse nell’agricoltura fuori suolo. L’iniziativa e’ stata promossa dall’Università La Sapienza, dal Segretariato della Mountain Partnership e dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo.
L’orto consente di utilizzare l’acqua del rubinetto, eliminando la necessità di acqua demineralizzata e dunque riducendo lo spreco di risorse. In esso vengono impiegati solo fertilizzanti organici che riducono l’impronta ecologica del sistema. I microrganismi sciolti nell’acqua interagiscono con le piante, aumentandone la resistenza ai fattori di stress come le alte temperature e i parassiti. Il sistema è progettato per l’uso esterno, eliminando la necessità di luce artificiale utilizzata nell’idroponica convenzionale, quindi mantenendo un consumo energetico giornaliero eccezionalmente basso. Infine l’orto è costruito al 90% con legno certificato sostenibile, riducendo al minimo l’uso di plastica utilizzata invece nei sistemi idroponici convenzionali.
In apertura della cerimonia, alla quale hanno partecipato la Rettrice dell’Università La Sapienza Antonella Polimeni e la Vice Rappresentante Permanente d’Italia presso la FAO Stefania Costanza, il Direttore Generale della FAO ha definito l’agricoltura idroponica come una combinazione di tradizione e tecnologia moderna. Ha inoltre sottolineato l’importanza di un dialogo proficuo e continuo tra il mondo accademico e la FAO, a beneficio di entrambe le parti.
L’orto idroponico fungerà da banco di prova per la ricerca che esplora il potenziale di miglioramento della gestione delle risorse nell’agricoltura fuori suolo che può rappresentare un’alternativa o un’integrazione all’agricoltura convenzionale, con potenziali applicazioni in aree con scarsità di acqua e suolo coltivabile, come le montagne. (@OnuItalia)