ROMA, 21 APRILE – E’ urgente mobilitare tutte le risorse possibili per lo sviluppo integrale di uomini, donne e bambini, provati da una povertà crescente ereditata anche dalla pandemia: lo ha detto partecipando alla sessione 2023 di prosecuzione del Forum sul Finanziamento dello sviluppo, monsignor Gabriele Caccia, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Monsignor Caccia ha ricordato che la Santa Sede offre il proprio contributo al dibattito generale del Forum di verifica del finanziamento dello sviluppo 2023 poichè la povertà è crescente nel mondo e crescente e globalizzato deve essere l’intervento per colmare i gap tra gli Stati.
È necessaria “un’autentica solidarietà globale per assistere i più poveri”ha aggiunto l’alto prelato facendo riferimento con allarme ai ”356 milioni di persone spinte “in estrema povertà” a causa della pandemia…La povertà, la fame, la malnutrizione e la mancanza di accesso alle risorse di base, compresi l’acqua sicura e i servizi igienici – precisa – sono un affronto alla dignità umana“. Si tratta di sfide che richiedono “un’azione urgente basata sui principi etici della solidarietà, del rispetto per la dignità intrinseca di ogni persona e della promozione del bene comune di tutti”. La mobilitazione di istituzioni e risorse finanziarie e l’erogazione di finanziamenti agevolati, compresa l’assistenza ufficiale allo sviluppo (APS), sono strumenti essenziali per rendere lo sviluppo sostenibile una realtà”.
La comunità internazionale cancelli il debito dei Paesi vulnerabili
L’attenzione va poi ai molti Paesi in via di sviluppo che, a causa delle richieste imposte dal servizio del debito e dall’impatto economico della pandemia, sono costretti a distogliere le scarse risorse nazionali dagli investimenti in istruzione, sanità, alloggi e creazione di posti di lavoro. Secondo Monsignor Caccia rimane “imperativo” che la comunità internazionale dia “priorità alla ristrutturazione del debito e si muova verso la cancellazione del debito dei Paesi più vulnerabili. “Ogni Paese dovrebbe essere in grado di crescere in modo autonomo e di sviluppare la propria capacità di innovazione nel rispetto dei valori della propria cultura”, è ancora la riflessione del rappresentante vaticano.
A questo proposito, conclude Caccia, “la fornitura di assistenza internazionale non dovrebbe mai essere utilizzata per imporre forme di colonizzazione ideologica o per vincolare la fornitura di aiuti economici all’accettazione di tali ideologie”. Al contrario, il criterio ultimo con cui devono essere misurati tutti gli aspetti dello sviluppo e dell’assistenza internazionale è il rispetto della dignità intrinseca di ogni persona, compresi i suoi valori culturali, e la promozione del bene comune.