ROMA, 27 MARZO – Alti funzionari dei Paesi che compongono il gruppo Uniting for Consensus si sono riuniti oggi a Roma per discutere in modo approfondito come promuovere meglio i principi fondamentali della proposta di riforma del Consiglio di Sicurezza. Nel contesto dell’incontro, presieduto dalla Sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi, si è svolto anche un brainstorming con esperti della SIOI, dello IAI e di altri think tank e università.
Uniting for Consensus (UfC) è un gruppo di Paesi provenienti da diverse regioni del mondo (Argentina, Canada, Colombia, Costa Rica, Italia, Malta, Messico, Pakistan, Repubblica di Corea, San Marino, Spagna, Turchia) che da anni si batte per una riforma globale del Consiglio di Sicurezza.
Le crisi in corso e l’aumento dei conflitti hanno evidenziato la necessità di una riforma significativa del Consiglio di Sicurezza. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è il principale organo responsabile del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale: “Ora più che mai abbiamo bisogno di un Consiglio di Sicurezza che adempia efficacemente al suo mandato”, afferma il UfC in un comunicato congiunto sul sito della Farnesina. .
“È urgente riformare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per renderlo più rappresentativo, responsabile, democratico, trasparente ed efficace. Il gruppo UfC promuove la creazione di ulteriori seggi non permanenti (sia a “lungo termine” che biennali). Ciò consentirebbe una maggiore rotazione e un migliore accesso per tutti gli Stati membri dell’ONU, in particolare per le regioni sottorappresentate, attraverso elezioni regolari”, si legge nel comunicato.
Attualmente, 60 Stati membri su 193 non hanno ancora fatto parte del Consiglio di sicurezza. Aggiungendo nuovi seggi elettivi per i gruppi regionali, tra cui Africa, Asia-Pacifico, America Latina e Caraibi, Europa orientale e piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS), la proposta migliora l’equa distribuzione geografica nel Consiglio.
In questo contesto, i Paesi dell’UfC hanno ribadito la loro ferma opposizione all’aggiunta di nuovi membri permanenti. Sebbene l’attuale status del Consiglio sia radicato nelle circostanze storiche successive alla fine della Seconda guerra mondiale, la creazione di ulteriori e ingiustificate posizioni privilegiate all’interno della comunità internazionale sarebbe dannosa per gli interessi generali dei membri delle Nazioni Unite.
L’incontro ha rappresentato un’occasione per ribadire l’impegno dei Paesi dell’UfC a lavorare insieme, e con altri gruppi negoziali e Paesi, per realizzare una riforma significativa e adattare il Consiglio di Sicurezza alle sfide in costante evoluzione del XXI secolo. A tal fine, l’Upc continuerà a impegnarsi attivamente e costruttivamente nei negoziati intergovernativi in corso sulla riforma del Consiglio di sicurezza.