GINEVRA, 17 MARZO – Nel rapporto dello scorso giugno l’UNICEF aveva quantificato in oltre 266.000 le violazioni gravi verificate sui bambini tra il 2005 e il 2020 in oltre 30 conflitti e nello studio intitolato ”25 anni di bambini e conflitti armati: intraprendere azioni per proteggere i bambini in guerra” aveva registrato che tra il 2005 e il 2020 oltre 104.100 bambini sono stati uccisi o mutilati in situazioni di conflitto armato; oltre 93.000 bambini sono stati reclutati e utilizzati da parti in conflitto; almeno 25.700 bambini sono stati rapiti da parti in conflitto; le parti in conflitto hanno stuprato, costretto al matrimonio, allo sfruttamento sessuale e perpetrato altre gravi forme di violenza sessuale su almeno 14.200 bambini; le Nazioni Unite hanno verificato oltre 13.900 episodi di attacchi contro scuole e ospedali e 14.900 episodi di diniego di accesso umanitario per i bambini dal 2005. Tra il 2016 e il 2020, la media globale giornaliera di gravi violazioni verificate ha raggiunto il dato allarmante di 71. Tra il 2016 e il 2020, il 79% di tutte le vittime fra i bambini accertate – ovvero circa 41.900 bambini – si è verificato in sole cinque situazioni: Afghanistan (30%), Israele e Stato di Palestina (14%), Siria (13%), Yemen (13%) e Somalia (9%).
Proprio di diritti umani e bambini nei conflitti armati hanno parlato, nell’ambito della 52esima Sessione del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, il Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a Ginevra, Ambasciatore Vincenzo Grassi, e la Rappresentante speciale del segretario generale, Virginia Gamba.
Grassi ha ribadito il pieno sostegno dell’Italia al mandato della Rappresentante Speciale ed ha espresso preoccupazione per le violazioni e gli abusi contro i bambini colpiti dai conflitti armati che continuano a verificarsi in molti Paesi del mondo, come testimoniato di recente in Ucraina, Afghanistan e Siria. Egli ha quindi invitato tutti gli Stati e le parti in conflitto ad affrontare sistematicamente queste gravi violazioni e a continuare a sostenere l’Onu per porre fine e prevenire tali crimini.L’Ambasciatore Grassi ha espresso inoltre profonda preoccupazione per i crescenti ostacoli all’accesso all’istruzione per i bambini durante i conflitti armati, che determinano ulteriori violenze, sfruttamento, abusi e hanno un impatto negativo sul loro futuro. ”È imperativo adempiere agli obblighi del Diritto Internazionale Umanitario nella protezione delle strutture educative e del loro personale, come delineato dai principi contenuti nella Dichiarazione Scuole Sicure, che esortiamo tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a firmare”, ha aggiunto.
Infine il Rappresentante Permanente ha sottolineato l’importanza, per la comunità internazionale, di conferire priorità alla questione della protezione dei bambini colpiti dai conflitti nell’agenda internazionale, contribuendo così a realizzare gli obiettivi comuni della pace e della sicurezza globale.