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COP 27: Conferenza clima al via tra emergenze e piccoli progressi

SHARM EL-SHEIKH, 6 NOVEMBRE – Ha preso il via oggi a Sharm el-Sheikh la COP27, tappa decisiva nel cammino verso l’attuazione dell’Accordo di Parigi del 2015. Oltre 150 appuntamenti sono in programma nell’arco di due settimane per i 198 membri dell’UNFCC. L’Italia partecipa con il Ministro per l’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) Gilberto Pichetto e l’inviato speciale del Ministero degli Esteri per il clima Alessandro Modiano, una posizione ispirata all’esempio di quanto hanno fatto gli Stati Uniti indicando l’ex segretario di Stato John Kerry, anche lui da oggi a Sharm el-Sheikh. Domani il vertice segnerà anche il debutto mondiale della premier Giorgia Meloni.

COP 27: al via tra emergenze e piccoli progressiIl Ministro Pichetto, dopo aver affiancato la Meloni che domani interverra’ in plenaria per ribadire che l’Italia partecipa agli impegni comuni presi dalla Ue per la riduzione dei gas serra, “tornerà poi a Sharm el Sheikh dal 13 al 14 novembre per presenziare all’apertura del segmento ministeriale dei lavori, al fine di dare impulso ai negoziati sui diversi dossier in discussione e per partecipare sia ad alcune importanti attività organizzate dalla Presidenza egiziana, sia ad altrettante  iniziative che si svolgeranno presso il Padiglione Italiano” gestito dal Ministero. Presupposto fondamentale degli sforzi della delegazione italiana sarà “di salvaguardare gli importanti obiettivi climatici raggiunti lo scorso anno anche grazie al ruolo svolto dall’Italia in quanto Presidenza del G20 e co-partner della Gran Bretagna nell’organizzazione della COP 26 di Glasgow”.

Ad aprire il vertice e’ stato il Segretario Generale Antonio Guterres: “Mentre la Cop27 è in corso, il nostro pianeta manda un segnale di sofferenza. L’ultimo rapporto sullo Stato del clima globale è la cronaca del caos climatico”.

L’avvio e’ stato all’insegna dell’emergenza a fronte di otto anni di temperature ‘bollenti’, i peggiori fra quelli mai registrati, e solo qualche passo avanti nella querelle fra paesi ricchi e poveri su come sostenere i costi dei danni provocati dal riscaldamento globale e delle azioni di mitigazione. Tra i piccoli progressi della prima giornata c’e’ il fatto che il tema del fondo ‘loss and damage’ – un meccanismo di cui si discute da decenni – sia stato ufficialmente inserito nell’agenda dai lavori grazie agli sforzi di mediazione della presidenza egiziana.

I dati scientifici sono, in ogni caso, sempre più preoccupanti: nel rapporto “Stato del clima globale nel 2022” diffuso al vertice dall’ Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) la temperatura media nel 2022 è di circa 1,15 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali (cioè la temperatura media del periodo 1850-1900). I principali gas serra nell’atmosfera (anidride carbonica, metano, diossido di azoto) hanno raggiunto livelli record nel 2021, e continuano a salire nel 2022. Il caldo fa sciogliere le calotte polari e i ghiacciai, e provoca l’innalzamento del livello dei mari, causando anche desertificazione ed eventi meteorologici estremi con migliaia di persone uccise, milioni private dei mezzi di sostentamento e condannate a fame, miseria e migrazioni.

Caldo e disastri fanno poi proliferare una serie di malattie. Secondo le previsioni dell’OMS, tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico provocherà circa 250.000 morti in più all’anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da caldo, con costi diretti di danni alla salute al 2030 compresi tra 2 e 4 miliardi di dollari all’anno.

I cambiamenti colpiscono i paesi in via di sviluppo ma non risparmiano neanche l’Europa come si è visto in questo 2022 di straordinaria siccità che ha acuito il panorama già nero per la guerra in Ucraina. Gli oltre 40 gradi registrati per la prima volta nel Regno Unito il 19 luglio si sono accompagnati nell’anno in corso, si legge nel rapporto, al record di scioglimento dei ghiacciai alpini con perdite di spessore dai 3 ai 4 metri.

In Svizzera è stato perso il 6% del volume dei ghiacciai, mentre, ha scoperto l’UNESCO, ghiacciai come quelli delle Dolomiti o del Kilimanjaro – entrambi siti patrimonio dell’umanita – potrebbero scomparire entro il 2050. (@OnuItalia)

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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