ROMA, 18 GIUGNO: Il 18 giugno ricorre la Giornata Internazionale per il Contrasto all’Odio Online, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione A/RES/75/309 per rafforzare la consapevolezza globale sui pericoli dell’incitamento all’odio nel mondo digitale. L’edizione 2025, con il tema “Hate Speech and Artificial Intelligence Nexus”, evidenzia i rischi legati all’uso dell’intelligenza artificiale nella diffusione di contenuti discriminatori e la necessità di costruire alleanze tra istituzioni, piattaforme tecnologiche e società civile.
Educazione e prevenzione: la risposta italiana nelle scuole
Anche in Italia, l’attenzione sul tema è cresciuta negli ultimi anni. Proprio ieri, in occasione della Giornata, si è tenuta una conferenza al Senato promossa dalla senatrice a vita Liliana Segre, da sempre impegnata nella lotta contro l’odio, il razzismo e l’antisemitismo. Durante l’incontro è stato ribadito che i discorsi d’odio rappresentano una minaccia concreta per la convivenza democratica e che servono risposte sistemiche, che uniscano norme, educazione e partecipazione civica.
Negli ultimi anni, l’Italia ha adottato un approccio multidimensionale per affrontare il fenomeno. A livello educativo, sono attivi progetti come Generazioni Connesse, sviluppato in collaborazione con la Polizia Postale, Save the Children e Telefono Azzurro, che promuove la sicurezza online nelle scuole. Il programma ELISA, invece, ha formato migliaia di docenti sulla prevenzione di cyberbullismo e hate speech, fornendo strumenti operativi alle scuole. Anche il Ministero dell’Istruzione, in sinergia con le linee guida ONU, ha avviato iniziative per l’educazione civica digitale.
Strumenti normativi e risposte civiche
A livello normativo, il Parlamento ha rafforzato gli strumenti di contrasto, ampliando i poteri della Commissione Segre e proponendo nuove misure per monitorare e sanzionare l’incitamento all’odio sui social network. Si lavora anche sulla responsabilizzazione delle piattaforme, in linea con il Digital Services Act europeo.
Un ruolo centrale lo gioca anche la Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio, formata da associazioni come Amnesty International, centri di ricerca e ONG. Attraverso progetti come #YouthforChange e strumenti innovativi come il videogioco “HateSick”, la rete promuove il coinvolgimento dei giovani, la prevenzione nei contesti sportivi e scolastici, e la sensibilizzazione tramite strumenti digitali accessibili.
Un’esperienza particolarmente significativa è quella del gruppo italiano #iamhere, parte di una rete internazionale di “contro-discorso” civico. I volontari del gruppo intervengono in tempo reale nei commenti d’odio sui social, rispondendo con toni costruttivi, informazioni verificate e linguaggio empatico. Questo approccio, oggi riconosciuto come best practice anche a livello europeo, dimostra che la cittadinanza digitale attiva può diventare una risorsa fondamentale contro la radicalizzazione online.
Intelligenza artificiale e responsabilità collettiva
Nel contesto tecnologico, cresce il dibattito sull’intelligenza artificiale. In Italia come nel resto d’Europa, si discute dell’opportunità di introdurre criteri etici e regolatori per gli algoritmi che moderano i contenuti. Se da un lato l’IA può essere utile per rilevare messaggi violenti, dall’altro c’è il rischio che riproduca – o amplifichi – bias culturali e sociali. È dunque necessario promuovere trasparenza, inclusività e supervisione umana nei processi decisionali automatizzati.
Le raccomandazioni ONU, pubblicate in occasione della Giornata, sottolineano l’importanza di un approccio preventivo, basato su educazione ai media, regolazione responsabile e dialogo intergenerazionale. L’Italia, con i suoi strumenti normativi, educativi e civici, rappresenta un esempio europeo di risposta articolata al fenomeno dell’odio online. La Giornata ONU del 18 giugno ci ricorda che il contrasto all’odio non è solo un compito delle istituzioni, ma una responsabilità collettiva. (@OnuItalia)