ROMA, 21 OTTOBRE – L’agenzia ONU World Food Programme (WFP) continua a potenziare la sua assistenza in Libano, paese che registra una delle peggiori crisi economiche al mondo con oltre la metà della popolazione che ha bisogno di assistenza per coprire i bisogni di base tra cui quelli alimentari.
La drastica svalutazione della moneta locale sta paralizzando il potere d’acquisto delle famiglie, con la lira libanese che tocca ogni giorno un nuovo minimo storico e fa aumentare sempre di più i prezzi del cibo. Il prezzo di un paniere alimentare di base – un insieme di alimenti mensili di base per famiglia – è aumentato di oltre il 1.700 per cento da ottobre 2019.
“Per molti nel paese oggi, il cibo è diventato fonte di preoccupazione”, ha detto Abdallah Alwardat, Rappresentante e Direttore WFP in Libano. “In uno dei nostri più grandi punti di distribuzione alimentare, una madre mi ha detto che, per la prima volta in assoluto, non avrebbe potuto iscrivere i suoi tre figli a scuola quest’anno. Questo è devastante”.
Secondo il rapporto del WFP sulla sicurezza alimentare e l’analisi delle vulnerabilità dei residenti libanesi (Food Security and Vulnerability Analysis of Lebanese Residents), le famiglie hanno sempre più difficoltà a permettersi cibo nutriente e sono costrette ad adottare strategie negative, come ridurre le spese per l’assistenza sanitaria e per l’istruzione o ritirare del tutto i bambini dalle scuole. Anche i regimi alimentari sono molto cambiati, le persone affermano di consumare sempre meno latticini, proteine animali, frutta e verdura. Con l’inverno alle porte, si aggiungeranno anche le difficoltà causate dall’aumento dei costi di carburante ed elettricità.
Saranno probabilmente le famiglie con una donna capofamiglia, quelle numerose con molte persone a carico (bambini e/o anziani) e le famiglie con membri che soffrono di malattie croniche o disabilità quelle che soffriranno maggiormente di insicurezza alimentare.
L’insicurezza alimentare è fortemente legata alla disoccupazione e all’impoverimento dei redditi familiari, con lo stipendio medio in Libano che ora copre il 24% del fabbisogno alimentare di base, in calo rispetto al 93% dell’anno scorso. “A un’età in cui si aspetta di andare in pensione dopo una vita di lavoro, sto ancora cercando il modo di sfamare la mia famiglia”, riferisce Hasan, libanese di 74 anni, padre di famiglia, che riceve assistenza in denaro del WFP. La crisi economica continua ad avere un forte impatto sui rifugiati siriani nel paese. Quasi tutti vivono in condizioni di estrema povertà e sono costretti a mandare i figli a lavorare e a vendere beni preziosi per sopravvivere, rendendo le famiglie ancora più vulnerabili all’insicurezza alimentare.
Dall’inizio della crisi economica in Libano, il WFP ha rapidamente ampliato la propria assistenza nel paese. Il WFP sostiene ora una persona su tre in Libano con cibo o assistenza in contanti ogni mese, raggiungendo 1,7 milioni di libanesi e rifugiati siriani. Il WFP è anche strumentale ai due programmi di sicurezza sociale del Libano, il National Poverty Targeting Program e l’Emergency Social Safety Net, che sostengono oltre un milione di libanesi. (@OnuItalia)