ROMA, 22 NOVEMBRE – La FAO si occupa in questi giorni del dopo vittoria dei talebani in Afghanistan e delle macerie che dall’agosto scorso soffocano il paese, sia dal punto di vista dei diritti umani, sia da quello do un’economia disastrata. Mentre il popolo afghano è alle prese con una situazione di siccità diffusa, il crollo dei mezzi di sussistenza rurali e una crisi economica generale, la FAO continua a fornire aiuti di primo soccorso essenziali ad agricoltori e pastori, auspicando al tempo stesso forme di sostegno alla produzione agricola molto più consistenti e sollecite.
Attualmente sono almeno 18,8 milioni le persone che in Afghanistan vivono in condizioni di insicurezza alimentare acuta, ossia che non riescono a soddisfare il proprio fabbisogno alimentare giornaliero, e questa cifra è destinata a raggiungere i 22,8 milioni di individui entro la fine del 2021. La FAO sostiene agricoltori e pastori mettendo a loro disposizione sementi, fertilizzanti, denaro in contanti e aiuti a salvaguardia della sussistenza, per evitare interruzioni della produzione agricola e un tracollo generalizzato dei mezzi di sussistenza in varie zone del paese. ”È necessario aiutare l’Afghanistan a sfuggire alla trappola della fame. Milioni di afghani vivono sull’orlo di una catastrofe che potrebbe verificarsi se dovessero perdere il bestiame o essere costretti a lasciare incolti i terreni. Sarebbe una vera catastrofe”, ha dichiarato QU Dongyu, Direttore Generale della FAO, aggiungendo: ”In questo momento c’è bisogno di investire urgentemente in produzione agricola e animale; tali investimenti consentiranno ai donatori di risparmiare risorse lungo il percorso, riportando il paese nella giusta direzione, verso la sicurezza alimentare”.
Un pacchetto di aiuti per la coltivazione del grano del valore di 157 dollari aiuta una famiglia di agricoltori a produrre un volume di cereali sufficiente a soddisfarne le esigenze per un intero anno, mentre ne sarebbero necessari 1080 per coprire il fabbisogno minimo di alimenti di un nucleo familiare di medie dimensioni, una cifra che, al momento, pochi possono permettersi. L’agricoltura è un settore vitale per il sistema economico afghano e rappresenta la colonna portante su cui si regge la sussistenza del paese. Circa il 70 percento degli afghani risiede nelle zone rurali e l’agricoltura concorre per almeno il 25 percento al PIL nazionale; secondo le stime, inoltre, l’80 percento di tutti i mezzi di sussistenza dipende direttamente o indirettamente dall’agricoltura.
La FAO ha urgentemente bisogno di 115 milioni di dollari per distribuire aiuti a cinque milioni di uomini, donne e bambini quest’inverno e la prossima primavera. Un dollaro su cinque di questo importo sarà utilizzato per assistere direttamente le donne afghane. Nel 2022 saranno inoltre necessari altri 85 milioni di dollari per finanziare la risposta umanitaria della FAO tesa a evitare il tracollo dei mezzi di sussistenza e un diffuso sfollamento forzato della popolazione.
In vista della stagione di semina del grano invernale in Afghanistan, la FAO sta distribuendo pacchetti di aiuti per la coltivazione del grano in 31 delle 34 province del paese. I pacchetti di aiuti comprendono sementi di grano certificate di elevata qualità distribuite a livello locale e assistenza tecnica per garantire i migliori risultati possibili tra gli agricoltori. ”Senza questo pacchetto di sementi certificate, quest’anno non saremmo stati in grado di coltivare il grano. Queste sementi di grano migliorate ci garantiranno una resa di gran lunga migliore – ha commentato Esmatullah Mirzada, un agricoltore del villaggio di Safar Khan, situato nel distretto di Zenda Jan (provincia di Herat), che recentemente ha ricevuto dalla FAO il pacchetto di sementi e assistenza tecnica. ”Gli agricoltori afghani devono poter nuovamente coltivare il cibo per le loro famiglie e per l’intero paese e hanno bisogno di liquidità. L’agricoltura non può aspettare, così come non possono aspettare i cittadini afghani”, ha tagliato corto Richard Trenchard, Rappresentante della FAO in Afghanistan. Trenchard è da poco tornato da una visita sul campo nelle zone colpite dalla siccità nel distretto di Zenda Jan, nella provincia di Herat. In occasione della visita, ha anche incontrato alcuni sfollati interni che attualmente vivono nella periferia della città di Herat: si tratta di ex agricoltori provenienti dalla vicina provincia di Ghor, dove hanno lasciato le loro terre per disperazione. “La situazione è disastrosa. Ogni agricoltore con cui ho parlato ha perso la quasi totalità dei raccolti quest’anno; molti sono stati costretti a vendere il bestiame, hanno accumulato enormi debiti e sono rimasti, semplicemente, senza soldi,” racconta Trenchard.
Ma c’è anche il problema del clima: la siccità diffusa sembra essere destinata a peggiorare in Afghanistan. E’ probabile che nel 2022, agricoltori e pastori debbano far fronte a un secondo anno consecutivo di siccità, con La Niña che nei prossimi mesi determinerà nel paese condizioni più aride del normale. Questa prospettiva comporterà, nell’anno a venire, un rischio molto concreto di carestia, a meno che, da qui a poco, non siano forniti a queste persone e ai loro mezzi di sussistenza immediati aiuti su larga scala.
Se da un lato inoltre l’accesso per motivi umanitari non è mai stato così favorevole, dall’altro, i prezzi sono saliti alle stelle e le esigenze della popolazione continuano a essere maggiori rispetto alle risorse fornite. Con l’assistenza della FAO, l’approvvigionamento di mangimi alimentari, trattamenti antiparassitari e altri servizi possono concorrere a tenere nutriti e produttivi fino a 8,4 milioni di capi di bestiame, a mantenere attiva la produzione lattiero-casearia delle famiglie e a sostenere i redditi correlati a tali attività, mettendo a disposizione 35 dollari a settimana.