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lunedì, Dicembre 9, 2024

Festival religioni: benessere materiale e spirituale, dialogo interculturale unica via

FIRENZE, 22 NOVEMBRE – Tre giorni per indagare una delle più antiche e complesse questioni della civiltà occidentale, ovvero il rapporto tra il benessere materiale e quello spirituale: si è chiusa ieri a Firenze la tre giorni della manifestazione “Felici e scontenti?”, il Festival delle religioni 2021, che ha discusso della felicità in rapporto alla grande disponibilità di risorse e servizi.

Attorno alle religioni il festival ha sviluppato un dialogo interculturale capace di includere credenti di ogni confessione e atei e in grado di arricchire ogni punto di vista. Il titolo di questa edizione è un invito a una riflessione e a un dibattito
L’organizzatrice, Francesca Campana Comparini, filosofa, autrice del libro “Eccomi – La teoria dell’anticipazione”, ha posto agli intervenuti la questione spirituale da una parte, socio-economica dall’altra, con incursioni di psicologia, medicina, arte, mito.
Il Festival ha visto una testimonianza della Shoah e il sindaco di Firenze Dario Nardella ha consegnato le chiavi della città alla scrittrice Edith Bruck. Umberto Galimberti, giornalista e filosofo, ha proposto una relazione sul mito della felicità. Vito Mancuso, teologo, e Padre Bernardo Gianni hanno affrontato insieme a Campana Comparini il tema di quanto l’uomo nella ricerca di felicità, non potendo bastare a se stesso, abbia bisogno di Dio.

Edith Bruck

Paolo Mieli e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si sono soffermati sulle prospettive di pace in Medio Oriente. Enzo Bianchi ha parlato della felicità in Dio, e ‘Le molecole di felicità e tristezza’ sono state al centro dell’intervento del medico Andrea Fagiolini. L’arte, la meraviglia delle immagini di felicità e il loro significato sono stati l’approfondimento di Vittorio Sgarbi, mentre lo psicanalista Massimo Recalcati ha affrontato il rapporto filosofico e psicanalitico fra gioia e felicità. Poi l’Imam Izzedin Elzir ed Enrico Fink hanno parlato di felicità nell’Islam e nell’Ebraismo.
Di Maio oltre a parlare di Medio Oriente, si è soffermato anche sull’Afghanistan: ”In Afghanistan non possiamo farcela solo con le Ong e la parte umanitaria, se la macchina dello Stato afghano non funziona lo Stato implode e avremo un esodo migratorio preoccupante e porterà a destabilizzare i Paesi intorno. Questo non vuol dire che dobbiamo dialogare con i talebani ma costruire con l’Onu la macchina dello Stato”.
Quanto alla Libia ”lavoriamo per le elezioni il 24 dicembre perché nuove istituzioni libiche ci permetteranno di stabilizzare la porta dell’Africa verso l’Europa. Noi dobbiamo farci un esame di coscienza su quanto fatto in Libia con scelte che hanno destabilizzato quell’area”, ha giunto Di Maio.

Il Dalai Lama

Tema importante anche quello del dialogo con l’Egitto, alla luce delle vicende Regeni e Zaki. ”Nonostante la tragedia di Regeni e il caso di Patrick Zaki – ha detto Di Maio – dialoghiamo con l’Egitto perché ha un’influenza in Medio Oriente e sul lato Mediterraneo come la Libia. Se cessiamo il dialogo con certi attori per rivendicare i temi dei diritti, non riusciremo a risolvere le crisi multilaterali. Guardiamo l’accelerazione del dialogo tra alcuni Paesi con Israele, che fino a poco fa era inimmaginabile”. In un altro contesto, ma sullo stesso tema, intervenendo a Dubai al Global Interfaith Summit, appuntamento ospitato dal Padiglione Italia di Expo Dubai 2020, la vice ministra degli Esteri  Marina Sereni ha rilevato che ”la cooperazione e il dialogo tra gli Stati e le istituzioni religiose sono fondamentali. Durante la pandemia i leader religiosi hanno fatto sentire la loro voce in difesa dei poveri e dei più vulnerabili per una diffusione equa dei vaccini. Governi e autorità religiose – ha detto – possono condividere le responsabilità per promuovere solidarietà, comprensione reciproca e cooperazione, sradicando le discriminazioni e l’intolleranza”.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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