NEW YORK, 4 SETTEMBRE – L’Afghanistan, il Libano con il rinnovo della missione UNIFIL e le riunioni programmatiche di tre agenzie dell’Onu specializzate nello sviluppo sono state al centro questa settimana dell’attività delle Nazioni Unite a New York su cui ha fatto il punto l’Ambasciatore Maurizio Massari nella podcast settimanale su Spotify Voci dal Palazzo di Vetro.
Innanzitutto l’Afghanistan: anche in questa settimana la crisi ha polarizzato l’attenzione della comunità internazionale e del pubblico. “Le consultazioni sono all’ordine del giorno a piu’ livelli anche informali. Lunedi’ il Consiglio di Sicurezza ha approvato la risoluzione 2593 promossa da Francia, Regno Unito e Stati Uniti con 13 voti favorevoli e l’astensione di Russia e Cina. La risoluzione si prefigge tre obiettivi: garantire il ‘safe passage’ per i cittadini afghani che lo desiderino di lasciare il paese in sicurezza; assicurare un accesso umanitario senza ostacoli; scongiurare il rischio che il territorio afghano sia usato come base per attacchi terroristici e per reclutamento e training”, ha sintetizzato l’Ambasciatore.
Sul piano umanitario e’ centrale il ruolo dell agenzie delle Nazioni Unite sul terreno. Un terzo della popolazione afghana, circa 12 milioni, ha bisogno di assistenza umanitaria urgente per la sopravvivenza. Diritti delle donne, dei bambini e dei giovani (il 45% della popolazione afghana e’ sotto i 15 anni) sono al centro dell’attenzione delle Nazioni Unite che si apprestano a compiere una valutazione dei bisogni umanitari in Afghanistan, il cosiddetto “needs assessment”, sulla base del quale la settimana prossima procederanno a un “flash appeal” all’intera membership.
Dall’Afghanistan al Libano: Il Consiglio di Sicurezza ha rinnovato di un anno il mandato della forza di pace UNIFIL a guida italiana. Per la prima volta la risoluzione 2592 richiede all’UNIFIL di prendere misure temporanee e speciali a sostegno delle Forze Armate Libanesi (LAF) con materiale non letale e supporto logistico per un periodo di sei mesi. Massari ha ricordato che UNIFIL, forte di circa 10 mila peacekeepers provenienti da 46 paesi, ha il mandato di monitorare la cessazione delle ostilita’ tra Libano e Israele e sostenere l’azione delle LAF nel mantenere l’area a sud del fiume Litani libera da personale armato non autorizzato, armi e altri asset. La missione assiste inoltre il governo del Libano per mantenere sicuri i confini e prevenire l’ingresso non autorizzato di armi. Sullo sfondo continua l crisi politica e socioeconomica del Libano. La popolazione continua a soffrire di iperinflazione e carenza dei beni di prima necessità, medicine e acqua potabile. Secondo l’ultimo rapporto della Banca Mondiale si tratta di una delle peggiori crisi economiche dalla meta’ del 19esimo secolo con il PIL pro capite crollato del 40% nell’arco degli ultimi due anni. A questo si accompagna il riacutizzarsi delle tensioni lungo la linea blu di demarcazione tra Israele e Libano.
L’Italia e’ tra i protagonisti dell’azione dell’Onu in Libano: e’ il primo contributore occidentale di UNIFIL con un contingente di circa mille unità tra cui molte donne, con il Force Commander Stefano Del Col e il comando del Settore Ovest ad oggi detenuto dal generale Stefano Lagorio. Particolarmente apprezzato e’ stato anche il ruolo dell’Italia che ha co-presieduto lo scorso giugno con la Francia la Conferenza Internazionale a sostegno delle LAF. Tale impegno – ha detto Massari – e’ stato ricordato nella risoluzione del Consiglio di Sicurezza recentemente adottata. L’impegno in Libano si puo’ inquadrare nel piu’ ampio impegno italiano per il mantenimento della pace: “Siamo il primo paese occidentale contributore di truppe di peacekeeping e il settimo in assoluto al bilancio delle forze di pace Onu”, ha detto l’Ambasciatore
Massari ha poi ricordato che il primo settembre l’India ha ceduto all’Irlanda la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza. Il mese di presidenza irlandese, uno dei dieci membri non permanenti del Consiglio, sara’ particolarmente importante perche’ andrà a sovrapporsi alla settimana di alto livello dell’Assemblea Generale.