ROMA, 15 LUGLIO: Nel corso della sessione dedicata all’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 3 (SDG 3) – “Salute e benessere per tutti”, svoltasi nell’ambito dell’High-Level Political Forum (HLPF) delle Nazioni Unite, l’Italia ha ribadito il proprio impegno per un’agenda sanitaria integrata, inclusiva e fondata sull’innovazione. L’intervento italiano ha sottolineato l’importanza di una strategia “Whole of Government and Whole of Society”, capace di mettere in rete istituzioni, comunità scientifica, società civile e settore privato nella costruzione di sistemi sanitari più equi, resilienti e sostenibili.
Salute, clima e alimentazione: l’approccio integrato
Tra i contributi chiave ricordati durante la sessione, l’Italia ha richiamato la recente co-organizzazione, insieme all’Etiopia, del vertice di Addis Abeba “UN Food Systems Summit +4 Stocktaking Moment”. L’evento ha rappresentato un’occasione importante per consolidare le interconnessioni tra salute, alimentazione e cambiamento climatico, promuovendo sistemi alimentari sani, sostenibili e resilienti che possano prevenire malattie e garantire sicurezza nutrizionale, in particolare nei contesti più vulnerabili.
Questo approccio riflette la visione integrata dell’Italia sulla salute come diritto umano universale e come fattore trasversale a numerosi SDGs, oltre al numero 3: dall’SDG 2 sulla fame zero, all’SDG 13 sull’azione per il clima, fino all’SDG 10 sulla riduzione delle disuguaglianze.
Innovazione e intelligenza artificiale: il contributo del G7 italiano
Altro pilastro della strategia sanitaria promossa dall’Italia è rappresentato dall’uso responsabile dell’intelligenza artificiale in ambito medico e sanitario. In occasione della Presidenza italiana del G7, è stato lanciato un quadro di riferimento condiviso sull’intelligenza artificiale nella salute, che punta a garantire trasparenza, equità e supervisione umana nelle applicazioni digitali e negli algoritmi diagnostici.
L’obiettivo è quello di bilanciare le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica con la tutela dei diritti fondamentali e dell’accesso equo alle cure. Questo approccio è coerente con la posizione italiana a livello internazionale, che promuove una governance dell’IA basata su principi etici, trasparenza e inclusione, particolarmente rilevante nei contesti sanitari dove la vulnerabilità è maggiore.
NCD e benessere globale: l’Italia per strategie locali e inclusive
Un terzo aspetto messo in evidenza dall’Italia riguarda il supporto a strategie inclusive per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili (NCDs), come diabete, malattie cardiovascolari e patologie respiratorie croniche. L’intervento italiano ha sottolineato l’importanza di politiche scientificamente fondate, culturalmente rispettose e costruite attraverso partenariati forti tra istituzioni, comunità locali, operatori sanitari e società civile.
Questo tipo di intervento è particolarmente rilevante per affrontare le sfide sanitarie nei Paesi a basso e medio reddito, dove l’incidenza delle NCDs è in forte crescita e i sistemi sanitari sono spesso fragili. L’Italia sostiene l’adozione di modelli di prevenzione che valorizzino le specificità locali e rafforzino la ownership nazionale delle politiche sanitarie, in linea con gli standard e le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il ruolo dell’Italia per l’SDG 3: impegno multilaterale e cooperazione
Il contributo italiano al raggiungimento dell’Obiettivo 3 dell’Agenda 2030 si articola in una pluralità di strumenti: dalla cooperazione bilaterale allo sviluppo ai partenariati multilaterali con agenzie ONU, dal sostegno ai sistemi sanitari nei Paesi partner alla promozione della salute globale nelle agende G7 e G20.
Questo impegno si riflette anche nella scelta strategica di connettere la salute ad altri settori cruciali, come l’alimentazione sostenibile, l’intelligenza artificiale e la lotta alle disuguaglianze. (@OnuItalia)