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venerdì, Novembre 7, 2025

Giornata contro la Tratta di Esseri Umani: allarme globale e responsabilità condivise

ROMA, 29 LUGLIO 2025 La Giornata Internazionale contro la Tratta di Esseri Umani, celebrata ogni anno il 30 luglio, nasce per sensibilizzare l’opinione pubblica su uno dei crimini più gravi e in rapida espansione a livello globale. Milioni di persone cadono vittima della tratta, una rete criminale sostenuta da gruppi organizzati che sfruttano vulnerabilità sociali, migrazioni forzate e le opportunità offerte dalle piattaforme digitali.

La tratta come crimine organizzato

trattaIl tema scelto per il 2025, “Human Trafficking is Organized Crime – End the Exploitation”, pone l’accento sul ruolo centrale della criminalità organizzata nella gestione della tratta di esseri umani, smascherando una realtà strutturata, globale e in continua evoluzione. Le reti criminali non operano più in modo sporadico, ma con una pianificazione sistemica, transnazionale e altamente redditizia: dalla tratta sessuale al lavoro forzato, passando per il reclutamento in attività criminali come le truffe online e il traffico di stupefacenti. I profitti illeciti derivanti da questa forma moderna di schiavitù superano ormai i 150 miliardi di dollari l’anno.

A confermare la portata del fenomeno ci sono i dati più recenti dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC): nel solo periodo 2020–2023 sono state identificate oltre 200.000 vittime, un dato allarmante che rappresenta però solo la punta dell’iceberg. Le reali dimensioni del fenomeno restano difficilmente quantificabili a causa dell’elevato numero di casi non denunciati o invisibili ai sistemi giudiziari.

Secondo le stime dell’UNODC, il 74% dei trafficanti fa parte di organizzazioni criminali. Le rotte della tratta hanno toccato almeno 128 Paesi nel 2022. Gli uomini rappresentano il 70% degli imputati processati, mentre le vittime africane sono quelle più colpite a livello globale. Un altro dato particolarmente allarmante è la crescente capacità delle reti criminali di sfruttare Internet e i social media per reclutare nuove vittime, attrarre clienti o nascondere le proprie operazioni.

Le risposte globali e il ruolo dell’ONU

trattaLe Nazioni Unite sono in prima linea nel contrasto a questo crimine attraverso diversi strumenti. Dal 2000, il Protocollo di Palermo – allegato alla Convenzione ONU contro la criminalità organizzata transnazionale (UNTOC) – rappresenta il primo strumento giuridicamente vincolante a livello internazionale per prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, con un’attenzione particolare a donne e bambini.

Nel 2007, l’UNODC ha lanciato il Progetto Globale UN.GIFT, insieme a partner chiave come l’Organizzazione Internazionale per il Lavoro (ILO), l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l’UNICEF e l’Alto Commissariato per i Diritti Umani, per rafforzare le strategie coordinate contro la tratta. In seguito, l’Assemblea Generale dell’ONU ha istituito ufficialmente la Giornata Internazionale contro la Tratta con la risoluzione A/RES/68/192 del 2013.

Negli anni, le Nazioni Unite hanno lavorato per sensibilizzare, rafforzare le capacità istituzionali e creare sistemi di cooperazione tra Paesi, forze dell’ordine, giustizia penale e società civile. Tuttavia, il fenomeno continua a crescere, anche a causa delle nuove modalità digitali utilizzate dai trafficanti e delle persistenti diseguaglianze economiche che spingono milioni di persone in condizioni di vulnerabilità.

L’impegno dell’Italia

L’Italia è attivamente coinvolta nella lotta alla tratta di esseri umani, sia a livello nazionale che internazionale, adottando il Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani, coordinato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. Il piano prevede interventi integrati su prevenzione, protezione delle vittime, perseguimento dei responsabili e partenariati multilivello.

L’Italia collabora inoltre con organismi internazionali come l’UNODC, l’OIM e il Consiglio d’Europa, promuovendo campagne di sensibilizzazione, programmi di assistenza e iniziative di formazione rivolte alle forze dell’ordine e agli operatori sociali. In linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, l’Italia ribadisce l’importanza di approcci centrati sulle vittime e del contrasto ai flussi finanziari illeciti legati alla criminalità organizzata.

L’attenzione italiana è rivolta in particolare alle rotte migratorie del Mediterraneo, dove molte vittime vengono intercettate, spesso dopo viaggi estenuanti e pericolosi, per poi essere inserite in circuiti di sfruttamento. Il rafforzamento della cooperazione euro-mediterranea e la protezione dei diritti umani restano al centro delle strategie italiane contro questa forma moderna di schiavitù.

Cosa serve per fermare la tratta

trattaNonostante alcuni progressi, la risposta della giustizia globale non è ancora all’altezza della complessità e dell’evoluzione del crimine. Le strategie efficaci devono includere leggi più stringenti, indagini proattive, cooperazione giudiziaria e di polizia internazionale, tracciamento dei flussi finanziari illeciti e un uso strategico della tecnologia per smantellare le reti criminali.

Un altro elemento centrale è l’approccio centrato sulle vittime: garantire protezione immediata, assistenza sanitaria e psicologica, accesso equo alla giustizia e percorsi reali di reinserimento sociale è fondamentale per trasformare le vittime in sopravvissuti e prevenire nuove forme di sfruttamento. La campagna 2025 invita le forze dell’ordine, comprese polizie di frontiera e task force specializzate, a impegnarsi attivamente non solo nella repressione del crimine, ma anche nella sensibilizzazione, attraverso canali online e in presenza, nei luoghi ad alto rischio come aeroporti, porti e snodi di trasporto. (@OnuItalia)

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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