ROMA, 30 LUGLIO 2025 – La Vice Segretaria Generale dell’ONU, Amina J. Mohammed, ha chiuso, il 29 luglio, il Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari (UNFSS+4) ad Addis Abeba. Co-ospitati da Etiopia e Italia, i tre giorni di incontri con oltre 3.000 partecipanti da governi, organizzazioni internazionali, società civile e settore privato hanno permesso di fare il punto sui progressi dalla prima edizione del Vertice (New York, 2021) e dalla successiva tappa intermedia di Roma (UNFSS+2) il cui obiettivo era di rilanciare la trasformazione dei sistemi alimentari in linea con l’Agenda 2030.

Cinque priorità per accelerare la trasformazione
Nel suo discorso conclusivo, la Vice Segretaria Generale dell’ONU ha evidenziato cinque priorità essenziali:
- Mobilitare urgentemente finanziamenti e innovazioni, rafforzando la solidarietà globale per sistemi alimentari sicuri e resilienti al cambiamento climatico.
- Rendere operativi i percorsi nazionali, valorizzando il ruolo di agricoltori familiari, donne, giovani, Popoli Indigeni e comunità locali.
- Sbloccare capitali e investimenti pubblici e privati, coinvolgendo banche multilaterali, istituzioni finanziarie internazionali e PMI.
- Collegare in modo integrato le dimensioni ambientali, economiche e sociali, puntando su conoscenze tradizionali, autosufficienza e cultura alimentare.
- Investire in scienza, tecnologia e infrastrutture digitali, con un uso responsabile dell’intelligenza artificiale nelle aree rurali.
Secondo la Vice Segretaria Generale, è fondamentale che i governi traducano gli impegni politici in azioni concrete e inclusione sociale: “Ogni persona nel mondo ha diritto a un’alimentazione accessibile, sicura, nutriente e sostenibile”.
I risultati raggiunti e le sfide ancora aperte
A quattro anni dal primo Vertice, oltre 130 Paesi hanno sviluppato percorsi nazionali per la trasformazione alimentare. In 168 Stati, gli impegni climatici (NDC) riconoscono ora il ruolo centrale dell’agricoltura. Più di 170 governi promuovono programmi di alimentazione scolastica connessi a filiere locali. Le città si fanno protagoniste nella lotta agli sprechi e nel rafforzare le economie alimentari locali.
Durante il vertice di Addis Abeba si è svolta anche la presentazione del nuovo rapporto SOFI 2025 – State of Food Security and Nutrition in the World – per la prima volta lanciato nel continente africano, una scelta altamente simbolica data la centralità dell’Africa nella crisi globale della fame. Il rapporto segnala un modestissimo miglioramento: la quota di persone nel mondo che soffrono la fame è scesa dall’8,5% nel 2023 all’8,2% nel 2024. Tuttavia, la regione africana rimane tra le più colpite, con dati ancora preoccupanti e un’alta esposizione a shock climatici, conflitti e instabilità dei mercati.
Il ruolo dell’Italia e l’eredità del Vertice
L’Italia ha ricoperto un ruolo di primo piano come co-organizzatore, insieme all’Etiopia. Tra le iniziative più concrete sostenute da Roma, il Piano Mattei per l’Africa – illustrato dalla premier Giorgia Meloni nella giornata inaugurale – ha proposto modelli di cooperazione pubblico-privata e progetti agroalimentari inclusivi, incentrati sulla valorizzazione delle competenze locali e sulla formazione. Investimenti strategici che si legano alla visione sistemica del Vertice.
Verso il 2030: un’agenda ancora possibile
Amina J. Mohammed ha esortato a mantenere vivo lo slancio del Vertice, in vista di tappe chiave come il Vertice Sociale Mondiale, la COP30, la COP17 sulla biodiversità e l’SDG Summit 2027. La Dichiarazione dei Giovani dell’UNFSS+4 – redatta da oltre 3.000 giovani da tutto il mondo – è stata indicata come strumento di pressione politica e sociale per una governance più equa e intergenerazionale. Come ha concluso la Vice Segretaria Generale, “UNFSS+4 ha confermato il valore di uno spazio di collaborazione sistemica, in cui i sistemi alimentari diventano pilastro essenziale per la dignità umana, la giustizia sociale e la sostenibilità del pianeta”. (@OnuItalia)
