ROMA, 30 GENNAIO – La maggior parte delle grandi banche non rispetta i diritti umani secondo il quinto rapporto Global Human Rights Benchmark di BankTrack, come spiega in un articolo su ‘Valori’ Luca Pisapia.
Il rapporto ha valutato come le 50 più grandi banche non abbiano quasi per nulla adempiuto alle responsabilità delineate nei Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani. Sono passati 13 anni da quando l’Onu approvò all’unanimità questi principi, e ancora oggi nessuna banca è pienamente conforme. Anzi, secondo il report, spiega Pisapia, oltre due terzi degli istituti di credito presi in esame non raggiunge nemmeno la metà del punteggio necessario a ottemperare alle dovute responsabilità. A queste banche si imputa poi uno scarso o nullo impegno nell’affrontare i problemi relativi al rispetto dei diritti umani, nel proteggere i gruppi più vulnerabili e nel sostenere le comunità più colpite.
Anche Unicredit e Intesa Sanpaolo in piena zona retrocessione
Il report, che analizza appunto cinquanta tra i maggiori istituti di credito globali, individua quindici criteri in quattro diverse categorie: linea di condotta, processi di due diligence sui diritti umani, segnalazioni e predisposizione a rimediare. Quindi, in base al rispetto o meno di questi criteri, assegna un punteggio da uno a quindici alle banche. E il risultato è sconfortante. Nessuna ottiene quindici punti. Le migliori addirittura – l’olandese Abn Amro e la giapponese Mizuho – arrivano a un risicato undici. Mentre solo una dozzina, tra cui si segnalano tre australiane, una giapponese e solo una americana, veleggia nella seconda categoria, tra i sette punti e mezzo e i dieci.
La maggior parte, una trentina, è in fondo alla classifica. In piena zona retrocessione tra i quattro e i sette punti. Tra queste ci sono la maggior parte dei colossi bancari di Europa, Canada e Stati Uniti. E anche le uniche due banche italiane prese in considerazione: Unicredit e Intesa Sanpaolo, rispettivamente con sette e sei punti. Ancora più giù, tra gli zero e i tre punti, ci sono le sette banche peggiori nel rispetto dei diritti umani. Quattro di queste sono cinesi: Bank of China, Agricultural Bank of China, China Construction Bank e Icbc. Una è indiana, la State Bank of India. Una francese, il Bpce Group. E una americana, JPMorgan Chase.
Il report racconta come la maggior parte delle banche (42 su 50) abbiano istituito una policy interna sul rispetto dei diritti umani. Ma poi evidentemente faticano a rispettare i loro stessi parametri. Se è vero che solo tredici divulgano informazioni sui possibili rischi, e solo diciassette spiegano cosa fanno per evitarli. E ben ventuno non hanno nemmeno risposto a BankTrack. Allo stesso modo in trenta assicurano di rispettare i diritti dei popoli indigeni, ma nessuno ha ancora stabilito una chiara procedura al riguardo. Così come tutte sono concordi nel ritenere la questione ambientale dirimente per i diritti umani. Ma solo in tre l’hanno inserita nei loro processi di due diligence.