GINEVRA, 9 GENNAIO – Neo-stagista nei suoi uffici di Ginevra, l’Onu ha dato il benvenuto a Mattia Moretta, classe 2000 cresciuto a Torino di Sangro, un paese in provincia di Chieti. In un video postato sui social dell’organizzazione, è lui stesso a raccontare la sua esperienza. Un’occasione, l’ingresso nelle Nazioni Unite, a cui molti giovani ambiscono e a cui solo pochi di essi, di fronte ai pochi posti disponibili e alle centinaia di candidati, hanno accesso.
Quale è il tuo compito all’interno dei suoi uffici?
Come stagista nella Joint Inspection Unit svolgo soprattutto attività di ricerca e analisi dati finanziari, ma non solo, dell’organizzazione UN-Women, partecipando alla stesura del report circa la Management and Administration Review dell’organizzazione, in particolare per quanto concerne l’ambito finanziario.
Che studi hai fatto prima di ottenere lo stage?
Liceo Scientifico, poi triennale in Economia Aziendale e Management in Italiano, in Bocconi, e magistrale, attualmente in corso, in Economics and Management for Government and International Organizations in inglese, sempre in Bocconi. Nel mezzo, diverse summer school e un semestre, durante la triennale, all’Universitat Pompeu Fabra di Barcelona.
“Here you can dream, and dream big!”
Mattia Moretta from #Italy 🇮🇹 , an intern with the UN’s Joint Inspection Unit, tells how his #internship experience has enhanced his professional expertise and personal growth. pic.twitter.com/pPbAcAF30u
— United Nations Geneva (@UNGeneva) December 19, 2023
Progetti e ambizioni per il futuro?
Nel cuore nutro il desiderio di poter rappresentare il mio Paese un giorno, dando voce quindi agli interessi dell’Italia, a totale ed esclusivo supporto della collettività. Troppo presto per definire in quali vesti, sicuramente mi vedrei a trattare questione di carattere economico.
Come è stato l’inizio dello stage in una nuova città da soli?
Seconda esperienza all’estero dopo il semestre di studio a Barcellona, quindi impatto non troppo forte. Vivo lontano da casa da diversi anni, anche se ho trovato la cultura svizzera sensibilmente diversa da quella italiana: molto disciplinata e precisa, anche troppo, ed estremamente efficiente. Ho avuto la fortuna di incontrare persone gentili e disponibili provenienti da tutto il mondo. Questo ha arricchito soprattutto il mio bagaglio umano e mi ha fatto capire ancora una volta che non si smette mai di crescere e di imparare.
Quali aspettative avevi sullo stage prima di iniziare e quali ora?
Mi aspettavo un ambiente estremamente internazionale ed in grado di arricchire la mia conoscenza circa il funzionamento di un’organizzazione internazionale. Ad oggi queste aspettative sono state ampiamente rispettate e anche superate grazie al valore delle persone che ho incontrato e al tipo di lavoro che svolgo, che mi piace molto.
Come è il rapporto con i tuoi colleghi e superiori?
Il mio rapporto con i colleghi è estremamente informale e piacevole, essendo tutti più o meno della mia età. Il mio supervisor di riferimento è una persona eccezionale: oltre ad essere estremamente competente per ciò che gli concerne, è molto flessibile e comprensivo verso le mie esigenze. Inoltre, ha pazienza da vendere: è un vero esempio di empatia.
Come è stato il primo approccio con persone provenienti da tutto il mondo?
Ero molto curioso di incontrare persone proveniente da culture diverse, così da poter arricchire la mia. L’impatto quindi è stato valorizzante, e forse il punto che più mi ha toccato riguarda la similitudine. Nel mondo ognuno ha la propria cultura, ma alla fine della giornata mi rendo conto che, per quanto diversi, viviamo tutti gioie e fallimenti simili. Ho trovato molto esplicativi i momenti di comunione, dove ci si racconta maggiormente e senza freni. Ad esempio, tutti – chi più chi meno – sentiamo il distacco dagli affetti, o la responsabilità di gestire le risorse in un paese che costa molto. Casi di vita quotidiana, che dimostrano come siamo molto diversi, ma anche straordinariamente simili nelle difficoltà che affrontiamo e nelle reazioni che ne conseguono. Umanamente, sento di essere cresciuto molto proprio grazie a questi confronti, in grado di abbattere pregiudizi e formare individui più maturi e consapevoli.