NEW YORK, 20 SETTEMBRE – L’Italia sostiene “sinceramente” la formula di pace in 10 punti del presidente Zelensky: lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo al
Consiglio di sicurezza dell’Onu sull’Ucraina. “La posizione del governo italiano guidato dal primo ministro Giorgia Meloni sull’aggressione russa all’Ucraina è chiara e molto nota. Siamo dalla parte dell’Ucraina, un popolo invaso che lotta per difendere la propria libertà e sovranità”, ha detto il capo della Farnesina auspicando per l’Ucraina “una pace giusta, che significa libertà per l’Ucraina. Volodymyr Zelensky e il popolo ucraino sanno che l’Italia è con loro e sarà con loro. Per loro, ma per l’Italia stessa”.
Tajani ha osservato che tutto il mondo subisce le conseguenze di questa guerra che “come un effetto domino” ha colpito le nostre società: crisi energetica, aumento dei prezzi delle materie prime, inflazione, rifugiati. “Una crescente pressione migratoria dall’Africa, in particolare verso l’Italia, aggravata dalla crisi alimentare causata dal blocco dei cereali da parte della Russia. La comunità internazionale non si è arresa di fronte a queste difficoltà, nonostante la stanchezza delle nostre opinioni pubbliche”.
Il ministro ha rinnovato preoccupazione per la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, “col rischio di una nuova Chernobyl” e condannato con fermezza l’abbandono da parte della Russia dell’accordo del Mar Nero sul grano. La terza priorita’ e’ nel sostegno all’inizativa del Vaticano per scambiare prigionieri e consentire ai bambini ucraini di ricongiungersi alle loro famiglie.
La ricostruzione dell’Ucraina sara’ tra le priorita’ della presidenza italiana el G7, a partire dalla cattedrale di Odessa, una degli oltre 120 siti religiosi ucraini danneggiati secondo l’Unesco. Dietro tutto questo la necessita’ di riformare il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, anche alla luce di quanto denunciato da Zelensky sui veti russi degli ultimi mesi: “Dobbiamo ammettere che qualcosa non ha funzionato. Pensavamo che la pace e la sicurezza internazionale fossero date per scontate. Il Consiglio di Sicurezza è bloccato da decenni. La posizione del governo italiano è molto chiara. Abbiamo bisogno di un Consiglio di Sicurezza che sia più giusto, rappresentativo e inclusivo”, ha detto il ministro secondo cui “più rappresentatività significa per noi dare più possibilità di sedere nel Consiglio all’Africa, all’Asia, all’America Latina e agli Stati insulari, senza però creare nuove gerarchie e privilegi”. (@OnuItalia)