STOCCOLMA, 23 AGOSTO – L’idrologo italiano Andrea Rinaldo è stato oggi insignito del Premio dell’Acqua di Stoccolma, un riconoscimento considerato il Nobel dell’Acqua. Nel conferire il Premio, coincidentalmente nello stesso luogo della cerimonia dei Nobel, il comitato ha osservato che Rinaldo e’ considerato “un leader nella scienza idrologica e i suoi modelli concettuali e quantitativi hanno mostrato per la prima volta connessioni chiave tra le reti fluviali e la diffusione di soluti, specie acquatiche e malattie“. Il presidente della 77ª Assemblea Generale, Csaba Kőrösi, ha partecipato all’evento nella capitale svedese. A consegnare il premio allo scienziato italiano e’ stato il re Carlo XVI Gustavo di Svezia.
Rinaldo insegna Idrologia e Risorse Idriche all’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) e all’Università di Padova. Nel corso della sua lunga carriera, ha fatto avanzare la comprensione delle complesse interazioni tra ciclo idrologico, processi ecologici e evoluzione del paesaggio. In un’epoca in cui l’idrologia era principalmente associata alla meccanica dei fluidi e all’ingegneria idraulica, ha cercato creativamente approcci alternativi e ha sviluppato nuovi modelli concettuali e quantitativi per descrivere come l’acqua modella la superficie terrestre e gli ecosistemi. Nel 2008, Rinaldo ha fondato il primo Laboratorio di Eco-idrologia al EPFL.
La ricerca pionieristica del dottor Rinaldo e del suo laboratorio ha dimostrato come i sistemi fluviali si auto-organizzino in stati ottimali dinamicamente accessibili – reti frattali dotate di caratteristiche universali. La scoperta ha reso possibile descrivere in modo nuovo come il paesaggio fluviale fornisce “corridoi ecologici” per specie, popolazioni e patogeni. Questo approccio ha rivoluzionato diversi campi accademici ed ha reso possibile modellare la diffusione di soluti, specie acquatiche e malattie consentendo molteplici applicazioni nella vita reale. Per affrontare l’inquinamento delle acque e la contaminazione dell’acqua, è essenziale comprendere come soluti e patogeni si muovono nel paesaggio. Per proteggere la biodiversità, è cruciale arginare le specie invasive, il che richiede conoscenze su come viaggiano e si stabilizzano. E per combattere le malattie trasmesse dall’acqua, le autorita’ decisionali devono comprendere come i patogeni sopravvivono e si diffondono negli ambienti acquatici e come la mobilità umana influisce sulla demografia delle malattie nello spazio e nel tempo.
Il gruppo di ricerca di Andrea Rinaldo ha studiato il colera, la schistosomiasi e la malattia renale proliferativa nei pesci. Dopo che il dottor Rinaldo e il suo team hanno presentato il primo modello esplicito in termini spaziali del colera epidemico, l’approccio è stato applicato a focolai in Kwa-Zulu Natal, Haiti, Sud Sudan, la regione del lago Kivu e il Senegal, dove è stato in grado di modellare la diffusione della malattia concentrandosi solo sulla mobilità umana nei modelli epidemiologici. Sono ricerche sempre piu’ importanti alla luce dei cambiamenti climatici che intensificheranno gli estremi idrologici e la diffusione delle malattie trasmesse dall’acqua.
“L’acqua per me è casa: Venezia, dove sono nato e cresciuto. E l’acqua è famiglia: mio nonno aveva un’impresa di costruzioni marittime, mio padre, un fratello, mio suocero e mio cognato sono ingegneri idraulici come me, uno dei miei figli ha un dottorato in Ingegneria costiera. Il mio sogno era (ed è) aiutare a salvare Venezia, la città che di acqua vive ma di acqua rischia di morire“, ha dichiarato Rinaldo al Gazzettino di Venezia dopo aver ricevuto l’onoreficenza. (@OnuItalia)