ROMA, 14 AGOSTO – Secondo l’OIM (l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), oltre 1.800 persone sono morte in mare tra il Nord Africa e l’Italia, più del doppio rispetto all’anno scorso. Cosa sta facendo l’ONU, oltre a riportare le cifre? Il tema e’ emerso oggi nel corso del briefing del portavoce dell’Onu Stephane Dujarric.
“Per quanto riguarda l’arresto delle guerre, spetta alle persone e principalmente agli uomini, dobbiamo dire, che hanno il dito sul grilletto, e vediamo il conflitto come un importante motore degli spostamenti della popolazione. Questo è un fatto”, ha detto Dujarric rispondendo alla domanda di un giornalista che gli obiettava come i migranti hanno lasciato i loro Paesi – Afghanistan, Siria, Libano – a causa delle guerre create dall’Occidente.
“Continuiamo a spingere per un’agenda più ampia per la pace, uno sviluppo maggiore, maggiori diritti umani. Tutte queste questioni, quando vanno male, sono motori degli spostamenti della popolazione. Per quanto riguarda il Mediterraneo, abbiamo riportato proprio quei numeri. Il Segretario Generale ha espresso la sua profonda tristezza e rabbia per questa situazione. Penso che sia stato molto chiaro sul fatto che c’è una responsabilità condivisa da tutti i paesi dell’Unione Europea, quando si parla del Mediterraneo, nel creare più vie legali per la migrazione. La migrazione è una realtà. Le persone saranno sempre in movimento. E quando c’è violenza, ci sono rifugiati che cercano riparo. Abbiamo il quadro in atto, i Patti Globali sulla Migrazione. Abbiamo il diritto internazionale dei rifugiati. Queste cose devono essere rispettate”. (@OnuItalia)