ROMA, 9 AGOSTO – Si è svolta a Bali la Conferenza sull’apprendimento permanente inclusivo, organizzata dall’Istituto UNESCO per l’apprendimento permanente (UIL), alla quale hanno partecipato con un rapporto, Cristina Giudici (Cattedra UNESCO in Popolazione, migrazioni e sviluppo Università La Sapienza di Roma) e Annateresa Rondinella (Cattedra UNESCO in Comunità Energetiche Sostenibili Università di Pisa).
L’evento, che ha visto la partecipazione anche della Vice Direttrice dell’UNESCO per l’Educazione Stefania Giannini, insieme a rappresentanti istituzionali indonesiani e ad oltre 300 partecipanti provenienti da 38 paesi diversi, ha costituito l’occasione per ragionare sulle strategie e le azioni utili a concretizzare gli impegni previsti dal Piano d’Azione di Marrakech, adottato nel giugno 2022 nel contesto della settima conferenza internazionale sull’educazione degli adulti.
In apertura, il Presidente indonesiano Joko Widodo, ha inaugurato la Campagna #ImALifelongLearner, mirata a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’apprendimento permanente evidenziando la necessità di fornire programmi politici e sostegni finanziari adeguati.
Tra i temi principali della Conferenza, il potere trasformativo della formazione degli adulti e le implicazioni della rivoluzione digitale in termini di apprendimento permanente inclusivo, in particolare nei riguardi dei gruppi più vulnerabili.
Alla discussione sul ruolo delle università nel contesto del lifelong learning ha partecipato anche Annateresa Rondinella portando la testimonianza dell’esperienza italiana (attraverso il lavoro svolto dalla Rete Universitaria Italiana per l’Apprendimento – RUIAP) ed europea (dello Spazio Europeo della Formazione Superiore, European Higher education Area – EHEA) in materia di apprendimento permanente.
Le raccomandazioni emerse durante i tre giorni di lavori sono state sintetizzate in un Manifesto finale, il Manifesto di Bali.
I partecipanti alla conferenza hanno chiesto la promozione di ecosistemi di apprendimento permanente inclusivi che soddisfino efficacemente le esigenze di tutti gli studenti, in particolare degli individui e delle comunità vulnerabili ed emarginati. Attraverso il Manifesto di Bali hanno chiesto l’attuazione di politiche globali di apprendimento permanente e la creazione di spazi di apprendimento inclusivi, curricula, percorsi di apprendimento e materiali di apprendimento. Hanno sottolineato l’importanza di maggiori investimenti pubblici nell’apprendimento permanente. Il Manifesto di Bali delinea le principali aree di azione necessarie per concretizzare la visione dell’apprendimento permanente inclusivo. I partecipanti si sono impegnati a lavorare per un futuro in cui l’apprendimento permanente inclusivo diventi accessibile a tutti gli individui.