GINEVRA, 11 LUGLIO – Joan Baez, la leggendaria cantante, artista e attivista americana ha visitato l’Onu di Ginevra nel corso di un giro che l’ha portata anche al Consiglio per i Diritti umani insieme con l’ambasciatore americano Michele Taylor.
Fonti delle Nazioni Unite hanno raccolto una breve intervista con uno dei miti musicali degli anni 60 nella quale Baez racconta di come ancora continui ‘spingere’ per il cambiamento positivo decenni dopo che la sua performance di “We Shall Overcome” diventò l’inno della pace del 1960. “Si supera un po’ alla volta. E abbiamo superato molto”, ha detto l’artista e icona della pace che ha ispirato generazioni di attivisti per decenni a schierarsi contro la guerra, la povertà e l’ingiustizia.
Mentre era alle Nazioni Unite a Ginevra, si è seduta con Daniel Johnson di UN News per parlare del suo primo incontro con l’Onu e di quale degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 risuoni di più in lei. Baez ha indicato la crisi climatica come la lotta più urgente di oggi, avvertendo che “se non la capiamo, ci sorprenderà”.
La performer ha anche parlato del perché di fronte al conflitto e alla disperazione, continua a scegliere l’azione e “fare la sua parte”.
Baez era a Ginevra per l’apertura della mostra “A More Perfect Union: American Artists and the Currents of Our Time”. Con lei anche l’artista attivista per il clima Alexis Rockman e l’attore scrittore Kal Penn.