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Clima: Onu, in 50 anni 12mila disastri meteo nel mondo e due milioni di morti

GINEVRA, 24 MAGGIO – Gli eventi meteorologici, climatici e idrici estremi hanno causato quasi 12mila disastri dal 1970 al 2021 nel mondo, con oltre due milioni di vittime di cui il 90% nei Paesi in via sviluppo e perdite economiche di circa 4.300 miliardi di dollari. Lo rende noto l’Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo), che fa capo all’Onu, precisando che i danni economici sono aumentati vertiginosamente, ma il miglioramento degli allarmi precoci e la gestione coordinata dei disastri hanno ridotto il tasso della perdita di vite umane nell’ultimo mezzo secolo. Obiettivo dell’Onu è garantire l’allarme precoce per tutti entro fine 2027.

L’alluvione in Emilia Rimagna

L’agenzia dell’Onu ha aggiornato al 2021 il suo “Atlante della mortalità e delle perdite economiche dovute a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme”, che prima andava dal 1970 al 2019, presentando il documento in occasione dell’apertura del Congresso meteorologico mondiale quadriennale, che dovrebbe approvare proprio l’accelerazione e il potenziamento dell’azione per garantire a ciascuno i servizi di allerta precoce. Nell’aggiornamento dell’Atlante, i decessi registrati per il 2020 e il 2021 sono 22.608 in totale e indicano “un’ulteriore diminuzione della mortalità rispetto alla media annuale del decennio precedente. Le perdite economiche sono invece aumentate e la maggior parte sono attribuite alla categoria delle tempeste“, si legge nel rapporto.

L’allerta precoce, spiegano all’Organizzazione meteorologica mondiale, è “una misura di adattamento al clima comprovata ed efficace, che salva vite e fornisce un ritorno sull’investimento almeno dieci volte superiore”. Tuttavia, ne dispone solo la metà dei Paesi mentre c’è una copertura molto bassa nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, in particolare dell‘area caraibica, e nei cosiddetti Paesi meno sviluppati (la maggior parte in Africa e Asia).

La sede del WMO

Ecco cosa è accaduto nelle diverse aree del pianeta.

Europa: in 50 anni ci sono stati 1.784 eventi estremi che hanno causato 166.492 morti e 562 miliardi di dollari di perdite economiche. Tra il 1970 e il 2021, l’Europa ha rappresentato l’8% dei decessi segnalati in tutto il mondo. Le temperature estreme sono state la principale causa di morti mentre le inondazioni sono state all’origine delle maggiori perdite economiche.

Asia: sono stati segnalati 3.612 disastri con 984.263 morti e 1,4 miliardi di dollari di perdite economiche tra il 1970 e il 2021. In 50 anni, il continente ha rappresentato il 47% dei decessi globali, con i cicloni tropicali che sono stati la causa principale: Nargis nel 2008 ha provocato 138.366 morti. Il Bangladesh ha il bilancio delle vittime più alto in Asia con 520.758 morti per 281 eventi.

Nord America, America centrale e Caraibi: 2.107 i casi segnalati di eventi meteo estremi che hanno provocato 77.454 morti e danni per 2.000 miliardi di dollari. Tra il 1970 e il 2021, la regione ha rappresentato il 46% delle perdite economiche segnalate in tutto il mondo. Gli Stati Uniti da soli hanno subito danni per 1,7 miliardi di dollari, pari al 39% delle perdite mondiali negli ultimi 51 anni soprattutto per i cicloni tropicali.

Africa: tra il 1970 e il 2021 sono stati segnalati 1.839 disastri e 733.585 morti di cui il 95% per la siccità e 43 miliardi di dollari di danni. Il ciclone tropicale Idai nel marzo 2019 è stato l’evento più costoso in Africa (2,1 miliardi di dollari).

Pacifico sud-occidentale: 1.493 i disastri, 66.951 i morti e 185,8 miliardi di dollari le perdite. I cicloni tropicali sono stati la principale causa di morte.

Sud America: sono stati segnalati 943 disastri, di cui il 61% inondazioni, e 58.484 morti con 115,2 miliardi di danni. Oltre il 60% delle perdite economiche legate a disastri meteo hanno riguardato le economie sviluppate. Tuttavia, si tratta di danni equivalenti a meno dello 0,1% del prodotto interno lordo (Pil) nelle rispettive economie in più di 4/5 di questi disastri.

 

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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