TORINO, 19 GENNAIO – La sede della Città metropolitana di Torino – come il Palazzo di Vetro dell’Onu – ha ospitato un centinaio di studenti delle scuole superiori di tutte le province piemontesi impegnati con IMUN a vestire i panni di ambasciatori e delegati delle Nazioni Unite a confronto sui temi dell’Agenda 2030. E’ il programma di Imun (Italian model United Nations) giunto nel capoluogo piemontese all’ottava edizione che ieri ha avuto la sessione plenaria, al termine della quale i ragazzi hanno presentato una risoluzione sul modello di quelle Onu.
“Studenti e studentesse che si confrontano come se fossero adulti della diplomazia: stessi tempi, stesse metodologie, ma forse con maggiore impegno”, ha sottolineato il vicesindaco, Jacopo Suppo, che ha saluto i ragazzi invitandoli a “guardare all’impegno politico con ottica costruttiva, in poche parole a mettersi in gioco nel prossimo futuro per amministrare le loro realtà”.
Alla sua ottava edizione piemontese, Imun ha avuto quest’anno come filo conduttore ‘Education: Empowering Sustainability, Connecting Humans’ e il caso studio sul quale si sono confrontati i partecipanti è l’Unicef, con particolare riferimento agli effetti dei conflitti armati sul sistema educativo che impediscono ai minori il libero accesso all’istruzione scolastica. L’argomento ha affrontato l’urgenza di stabilire e proteggere nuovi istituti scolastici, di garantire accesso e continuità a un’educazione completa e alla formazione.